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Ambiente

I “contenitori vuoti” di Asti diventano case popolari

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il problema dei “contenitori vuoti” ad Asti va risolvendosi. Sono molti gli edifici cittadini a destinazione pubblica che, ormai da tempo, risultano inutilizzati e rappesentano, in questo stato, solo un ingombro. I proprietari hanno già fatto richiesta di svincolo, in modo da poterli usare diversamente. La questione ha fatto discutere a lungo, fino a quando il consiglio comunale astigiano non ha deciso, martedì 6 marzo, di cambiare le carte in tavola e rendere disponibili gli edifici per altri scopi. Alcuni, ad esempio come case popolari.Questo provvedimento – sottolineano Giorgio Galvagno e Fabrizio Imerito, rispettivamente sindaco e assessore all’urbanistica – offre una risposta concreta al problema del riutilizzo dei contenitori vuoti, consentendo il recupero di immobili importanti, ormai inutilizzati, a fini residenziali senza un ulteriore sfruttamento del territorio, trattandosi di edifici già esistenti. Un obiettivo importante, se si tiene conto che l’emergenza abitativa rappresenta uno dei problemi più pressanti e di più difficile soluzione, che interessa soprattutto le fasce più deboli. Proprio per questo abbiamo voluto inserire nella variante una norma che impone, per il riutilizzo degli edifici del centro storico che la variante libera dal vincolo a servizio pubblico, la cessione gratuita al Comune di una quota pari al 20% della volumetria complessiva, debitamente ristrutturata, per un impiego diretto come “case popolari”, che verranno gestite direttamente dal Comune o dall’Agenzia territoriale per la casa. Con questa pratica e con la variante Asl, approvata da oltre un anno – concludono Galvagno e Imerito – il Comune ha fatto la sua parte per la soluzione della problematica relativa al recupero e al riutilizzo dei contenitori vuoti”.

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