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Economia

Il Lingotto guarda a Oriente, ma continua a corteggiare Parigi

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L’Asia è lì, da corteggiare fino in fondo. Almeno fino a quando l’Europa continua a sentirsi (e ad essere) grossa, sovrappeso. L’eccesso di capacità produttiva del vecchio continente è infatti il problema principale per la Fiat targata Sergio Marchionne, insieme all’assoluta necessità di trovare un alleato per imporsi sul mercato – sempre più appetitoso – dell’Estremo Oriente. Tempo fa si parlava della Suzuki, adesso è spuntata l’ipotesi Mazda.

Certo è che il recente accordo strategico tra GM e Psa (Peugeot-Citroen) ha costretto Torino a rivedere un po’ i suoi piani europei. Un’alleanza, specialmente sui veicoli commerciali, resta impellente; i favoriti restano – nonostante tutto – ancora i francesi, ma il problema è capire a quali condizioni. Giocano a favore di un prossimo matrimonio – come scrive Milano Finanza – anche le felici esperienze nel segmento in Italia e Turchia, nonché gli ottimi rapporti tra Parigi e la famiglia Agnelli.

MENO INDIA E PIÙ DONNE. Sul fronte interno, consiglio di amministrazione rivoluzionato con l’addio – dopo l’assemblea degli azionisti del 4 aprile – di Ratan Tata, il patron del gruppo indiano Tata Motors. Prevista invece la presenza di due donne a fianco di John Elkann, Sergio Marchionne, Andrea Agnelli, Tiberto Brandolini d’Adda, Renè Carron, Luca Cordero di Montezemolo e Gian Maria Gros Pietro: nel consiglio della spa la new entry più rilevante sarà Patience Wheatcroft, componente della Camera dei Lord ed ex direttore responsabile del Wall Street Journal Europe; con lei ci sarà anche Joyce Victoria Bigio, che ha lavorato in Arthur Andersen, Euromobiliare e Sotheby’s.

SOTTO LA MOLE. Continuano nel frattempo le polemiche a Torino, dopo l’endorsement dell’Unione Industriale per Alberto Bombassei (l’uomo che piace a Marchionne) in vista delle elezioni per la presidenza di Confindustria dopo il regno luci e ombre della Marcegaglia. Un appoggio – quello di via Fanti – che rischia di trasformarsi in un boomerang come nel 2000, quando il torinese Carlo Callieri perse contro Antonio D’Amato e dimostrò lo scarso peso lobbistico del “sistema Piemonte”. Tra un po’ sarà inoltre tempo di elezioni anche a Torino, visto che il mandato di Gianfranco Carbonato è agli sgoccioli. Per il successore la partita è ancora tutta da giocare.

INCONTRI ROMANI. Venerdì Marchionne incontrerà il premier Monti a Palazzo Chigi: ”Gli confermerò quanto detto per Mirafiori e Pomigliano – ha fatto sapere da Ginevra l’ad italocanadese -. Si tratta di un aggiornamento. Non chiederò nulla, non voglio assolutamente niente: continueremo il nostro investimento secondo il nostro piano”. Per la Fiat il primo trimestre, ha sottolineato ancora Marchionne, ”è stato debole in Europa, i volumi sono giù come i prezzi. Abbiamo dato una forchetta che include una perdita di mezzo miliardo nella parte più bassa – ha concluso -. E’ difficile fare previsioni adesso”.

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