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Ambiente

I legami pericolosi intorno al deposito di rifiuti radioattivi di Saluggia

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il Punto racconta i legami su cui indaga la magistratura in relazione al deposito temporaneo di rifiuti solidi radioattivi di Saluggia

Sembrerebbe esserci un legame tra l’indagine su  Marco Pasteris e Antonello Ravetto, rispettivamente sindaco di Saluggia ed ex assessore all’Urbanistica, nonchè responsabile dell’ufficio tecnico del centro in provincia di Vercelli, e la costruzione del D2, il deposito temporaneo di rifiuti solidi radioattivi. Ne è convinta la procura di Vercelli dopo aver attentamente studiato i documenti sequestrati nel maggio 2011 dagli uffici comunali. Alla fine, il sostituto procuratore Ezio Basso ha formulato ben sessantuno ipotesi di accusa. Si va dall’abuso d’ufficio, alla concussione, al falso ideologico e alla truffa. Tutti reati commessi, secondo l’accusa, a partire dal settembre 2007, quando il sindaco ha assunto prima come consulente esterno, poi come responsabile dell’ufficio tecnico Ravetto.

Una nomina che è andata oltre i rapporti di consulenza che il professionista intratteneva e aveva intrattenuto con realtà come Sorin e Sogin che rendevano, di fatto, Ravetto controllato e controllore. Una nomina, quella a assessore all’Urbanistica avvenuta nel novembre del 2008 e per la quale l’ex sindaco Pasteris è indagato per abuso d’ufficio.
Come responsabile dell’ufficio tecnico, Ravetto è indagato anche per il rilascio a Sogin del permesso di costruire il deposito D2, avvenuto nel maggio del 2009. La procedura venne in un primo momento autorizzata dal comandante Carlo Jean nel 2005, in deroga al piano regolatore generale del Comune di Saluggia che prevedeva il divieto di ogni nuova costruzione nell’area interessata dal deposito. Ma i lavori non partirono entro i termini previsti dall’articolo 15 del Dpr (decreto della presidenza della  Repubblica) del 6 giugno 2001 secondo il quale «il termine per l’inizio dei lavori non può essere superiore a un anno di rilascio del titolo; quello di ultimazione, entro il quale l’opera deve essere completata, non può superare i tre anni dall’inizio dei lavori». Nel frattempo, nel 2006, veniva decretata conclusa la fase emergenziale. In maniera del tutto anomala, giunge, nel luglio del 2009 il rilascio della proroga da parte di Rapetto.

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