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Il capolavoro di Tiziano “adottato” dalla banca d’Alba

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Il Martirio di San Lorenzo” della chiesa dei Gesuiti a Venezia, capolavoro di Tiziano, è stato “adottato” dalla banca d’Alba che lo ha affidato per il restauro al laboratorio di Nicola Restauri di Aramengo, nell’astigiano. Per importanza dell’opera, tra le fondamentali nella produzione del maestro veneto, per le dimensioni (la pala misura quasi 5 metri d’altezza) e per la complessità dei lavori, si tratta di uno degli interventi di restauro più complessi e importanti in corso in Italia su pale d’altare di epoca rinascimentale. La scelta della banca d’Alba di farsi carico del recupero dell’imponente tela è un omaggio al Santo raffigurato, Lorenzo, patrono d’Alba.

L’opera è del periodo è tra il 1546 e il 1559 e rappresenta una svolta nella pittura di Tiziano, per l’impostazione e per la scelta cromatica, lontanissime dai capolavori dei decenni precedenti, e per l’iconografia. Il santo vi è raffigurato disteso sulla graticola, in attesa di subire il martirio, avvenuto a Roma nell’anno 258, il 10 agosto, giorno in cui la città langarola festeggia, appunto il suo santo patrono.
Gli interventi di restauro, completamente documentati, sono in dirittura d’arrivo e Il Martirio di San Lorenzo, ritrovata la freschezza e la naturalezza delle forme e dei volumi, le pennellate guizzanti originali, si conferma tra i vertici assoluti della pittura del Cinquecento.

L’intervento sostenuto da Banca d’Alba è veramente encomiabile – commenta Lionello Puppi, docente emerito dell’Università Cà Foscari di Venezia, massimo esperto del Tiziano – perché ha consentito di poter recuperare un capolavoro in condizioni di conservazione disastrose e che senza questo intervento avrebbe corso il rischio di diventare illeggibile. Si tratta di uno dei capolavori assoluti del Vecellio e al tempo stesso una visione pittorica notturna tra le più impressionanti al mondo. Per la fine dell’anno uscirà anche un volume monografico che racconterà la storia del dipinto fino all’avventura straordinaria di questo restauro, che consegna un’opera importantissima agli studiosi e agli amanti dell’arte, che altrimenti sarebbe andata perduta”.

Il capolavoro sarà esposto ad Alba nel palazzo dell’istituto di credito locale da domenica 27 maggio fino al 2 giugno.

Per la nostra città – afferma Felice Cerruti, presidente della banca – si tratta di un evento eccezionale. Alba, già celebre per le sue specialità enogastronomiche (tartufo e vino su tutte) e per il suo paesaggio, potrà così, con l’esposizione di un grande capolavoro restaurato e “ritrovato”, accrescere il patrimonio culturale della zona, già di per sé molto ricco. Siamo orgogliosi di permettere a tutti i nostri Soci ed al nostro territorio di visitare un’opera che normalmente si può ammirare solo nei principali circuiti artistici mondiali. È un omaggio che Banca d’Alba intende fare alla città, alle Langhe e al Roero, oltre che a tutta la cultura italiana“.
Info: tel. 0173/362958 – cell. 335/6394015 – mail: eventi@wellcomonline.com 

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