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Cronaca

Buffon nel ciclone calcioscommesse. La procura di Torino vuole vederci chiaro

Davide Mazzocco

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gigi-buffonLa Procura di Torino ha inviato una nota a quella di Cremona nella quale il magistrato Cesare Parodi chiede al collega Roberto Di Martino la trasmissione “delle trascrizioni nelle quali il calciatore Gianluigi Buffon sarebbe stato indicato come soggetto dedito a scommesse”. Il portiere della Juventus e della nazionale non risulta fra gli indagati ma la magistratura torinese vuole vederci chiaro sul conto corrente intestato a Buffon che fra il gennaio 2010 e il settembre 2010 ha movimentato 14 assegni bancari con importi da 50mila a 200mila euro per un totale di 1.585.000 euro a favore di Massimo Alfieri, titolare di una tabaccheria a Parma, abilitata alle scommesse calcistiche. Soltanto l’altro giorno Buffon, durante una conferenza stampa,  aveva recriminato sulle modalità d’azione della magistratura aggiungendo, poi, come due squadre con interessi comuni potessero accordarsi sul risultato, perchè “due feriti sono meglio di un morto”.

Buffon non è nuovo a vicende del genere. Già nel 2006 il portiere della nazionale fu chiamato in causa – proprio durante il ritiro antecedente i Mondiali di Germania – per alcune scommesse effettuate nel parmense tramite un prestanome. Nel 2001 Buffon (all’epoca tesserato con il Parma) aveva chiuso un patteggiamento di sei milioni e 350mila lire per avere acquistato un falso diploma ed essersi iscritto all’Università senza averne i titoli legali. Ora questa nuova tegola e anche se il vicepresidente della Federcalcio Demetrio Albertini puntualizza che Buffon “non è indagato”, restano quegli assegni da motivare. E a doverlo fare è l’uomo che dovrebbe vestire la fascia di capitano della nazionale italiana, non uno “sfigatello” qualunque.

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