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Cronaca

Secondo Emanuele Cipriani l’Inter aveva commissionato indagini illegali su Moggi e Giraudo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Da tempo si vociferava sul fatto che l’Inter stessa avesse commissionato dei controlli a Moggi e Giraudo, ma nessuno ne aveva mai parlato in sede porcessuale. Ora sono arrivate le prime informazioni. Tuttosport riporta le deposizioni di Emanuele Cipriani interrogato nel processo contro Telecom per i dossieraggi illegali realizzati dal cosiddetto Tiger Team, un grupo di investigatori ed hacker che facevano parte della security dell’azienda. Da quel filone d’indagini è nato anche il filone di indagine che ha portato ala sentenza che ha imposto un risarcimento di un milione di euro da Telecom e Inter a Bobo Vieri. 

L’Inter fra il 2002 e il 2003 aveva commissionato indagini illegali su Luciano Moggi e Antonio Giraudo, allora massimi dirigenti della Juventus, su Massimo De Santis, allora arbitro internazionale, e anche sulla Gea World, la società dell’agente Alessandro Moggi, e – novità – sull’allora presidente della Reggina, Pasquale Foti. Lo ha dichiarato ieri mattina, sotto giuramento, l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani, che quelle indagini ha coordinato personalmente e ora si trova imputato a Milano nel processo Telecom per la vicenda dei dossier illegali. La novità è l’aggiunta della Gea e di Foti nel carnet degli spiati, la definizione di dettagli tecnici relativi ad alcune di queste indagini che si sono spinte fino agli appostamenti sotto casa e ai controllo dei conti bancari dei famigliari.

 Resta, quindi, solo il gusto di scoprire cosa succedeva prima di Calciopoli. O, come sostiene l’avvocato Paolo Gallinelli (legale di De Santis ) «le radici stesse di Calciopoli». Perché le indagini illegali condotte dalla “Polis d’Istinto”, la società di Cipriani, ricalcano in modo singolare quelle che, due anni dopo, hanno portato all’inchiesta di Napoli e al relativo processo. «È come se qui si fossero riciclate non solo teorie accusatorie, ma anche meccanismi investigativi e prove», spiega Gallinelli. In questo senso, sembra quasi un colpo di scena da spystory la scoperta, di qualche mese fa, che uno dei computer di Giuliano Tavaroli (l’ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom il deus ex machina dell’attività di dossieraggio della Telecom al centro dell’omonimo processo) fu ispezionato, nel 2005, proprio dal nucleo operativo dei Carabinieri di via Inselci a Roma, lo stesso nucleo che si occupava delle indagini di Calciopoli e che, apparentemente, non aveva ragioni per ispezionare quel pc. «Insomma, mi sembra chiaro che l’inchiesta di Calciopoli è nata prima del 2004, quando ufficialmente fu aperta da Narducci . E certamente non è nata in modo legale», chiosa Gallinelli.

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