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Cronaca

Esclusione di studenti con disabilità da un’uscita didattica: la risposta della preside della scuola media torinese

Preside e genitori si confrontano su decisioni di inclusione e merito, mentre crescono le divisioni all’interno della comunità scolastica

Caterina Malanetto

Pubblicato

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Aula scolastica

TORINO – La preside di una scuola media dell’Istituto Comprensivo Niccolò Tommaseo di Torino, Lorenza Patriarca, ha deciso di affrontare pubblicamente la controversia riguardante l’esclusione di alcuni studenti da un’uscita didattica, definita parte di un progetto curricolare. Patriarca ha sottolineato che la scuola è impegnata nell’inclusione di tutti gli studenti e ha chiarito che il viaggio a Milano non era un semplice tour turistico, ma parte di un programma educativo.

L’esclusione dei ragazzi “fragili” dalla gita

L’istituto comprensivo Niccolò Tommaseo di Torino ha escluso alcuni studenti da un viaggio di istruzione per motivi di “merito”, secondo quanto riportato nel verbale del consiglio di classe. Tra gli esclusi vi erano otto studenti, inclusi tre con disturbi di apprendimento e uno ipovedente. Le proteste dei genitori hanno coinvolto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il quale ha smentito categoricamente l’interpretazione del merito fornita dalla scuola.

Il progetto coinvolgeva un’intera classe di ragazzi e ragazze di 14 e 15 anni, impegnati nel realizzare un podcast nell’ambito del programma “Riconnessioni”. Solo 15 studenti sono stati ammessi alla visita pratica presso la redazione di Radio24 a Milano.

La decisione ha suscitato reazioni tra i genitori, i quali hanno contestato l’esclusione di studenti che non raggiungevano la media dell’8, sottolineando l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione. Tuttavia, la preside Lorenza Patriarca ha difeso la scelta della scuola, affermando che l’istituto è sempre stato inclusivo e che la selezione è stata necessaria a causa del numero limitato di posti disponibili. Ha sottolineato che il criterio del merito è stato definito dal consiglio di classe, che ha scelto gli studenti più adatti a raccontare l’esperienza.

In merito alla vicenda, il ministro dell’Istruzione ha preso le distanze dalle dichiarazioni del generale Roberto Vannacci, che aveva proposto classi separate per gli studenti con problemi di apprendimento. Ha ribadito l’impegno del governo per l’inclusione degli studenti disabili e ha precisato che le posizioni di Vannacci sono personali e non rappresentano la linea della Lega.

La preside ha poi convocato un Consiglio di Istituto straordinario per affrontare la questione e promette di chiarire tutti gli aspetti della vicenda. Ha anche lei respinto fermamente il parallelismo tra l’esclusione degli studenti e la teoria delle “classi separate”.

Nonostante l’assertiva dichiarazione della preside, otto studenti sono stati effettivamente esclusi dall’uscita a Milano e sono rimasti in classe. Le polemiche dei giorni precedenti, espresse principalmente da genitori degli esclusi, hanno portato alla luce una profonda divisione nella comunità scolastica.

Il dissenso dei genitori

Alcuni genitori hanno manifestato il proprio dissenso verso la decisione del Consiglio di classe di selezionare gli studenti in base al merito, esprimendo il malcontento con riserve sull’anonimato per proteggere i propri figli. Tuttavia, una lettera di solidarietà alla scuola è stata firmata dalla stragrande maggioranza delle famiglie della classe coinvolta, mentre coloro che non l’hanno sottoscritta hanno scelto di mantenere il silenzio, manifestando un profondo dispiacere per il trattamento subito dai loro figli.

Il dolore e la delusione dei genitori degli studenti esclusi sono evidenti nelle loro brevi dichiarazioni, in cui esprimono il senso di abbandono e isolamento provocato dalla decisione presa. La situazione evidenzia una netta separazione all’interno della classe, con genitori divisi tra coloro che hanno accettato la decisione e coloro che ne sono rimasti sconvolti.

La frase “Ci hanno lasciati soli” sintetizza il profondo dispiacere e l’incomprensione dei genitori degli studenti esclusi, che non trovano parole per spiegare la scelta della scuola e temono problemi futuri. La vicenda mette in evidenza la complessità delle dinamiche interne alla comunità scolastica e l’importanza di un dialogo aperto e trasparente tra tutte le parti coinvolte.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Avatar

    daniela gallo

    6 Maggio 2024 at 10:40

    Sono una docente in quiescenza,ho avuto anche degli studenti con disabilità,e MAI ho pensato di escludere studenti,li ho sempre portati dappertutto,li ho fatti partecipare anche a recite scolastiche:certo,bisogna impegnarsi di più,ma la soddisfazione non ha prezzo

    • Avatar

      Irene

      7 Maggio 2024 at 9:44

      Avrebbero dovuto essere i genitori dei ragazzi ammessi a rifiutarsi di far partecipare i loro figli
      sapendo dell’esclusione ,ma la loro solidarietà alla scuola dimostra ancora una volta quanto sia aleatorio il concetto di inclusione…..

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