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Province, la Regione dà l’ok all’accorpamento di Biella e Vercelli e Novara e Verbania. Rimane anche Asti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il consiglio Regionale del  Piemonte ha accolto l’emendamento di Luca Pedrale sulla Provincia federale di Biella-Vercelli (19 sì, 3 no e 11 astenuti). Il consiglio quindi ha accantonato l’ipotesi di quadrante (accorpamento di Biella, Vercelli, Novara e Vco), deliberata dal Consiglio delle autonomie locali (Cal). E’ passato anche l’emendamento dei consiglieri Angela Motta e Rossanna Valle per il mantenimento della Provincia di Asti, che avrebbe dovuto essere accorpata ad Alessandria. Si sono astenuti dal voto sul riassetto degli enti i consiglieri di Lega Nord e Partito democratico. L’ultima parola spetta ora al governo.

Il consiglio si è riunito per esprimere il proprio indirizzo sul riordino delle Province. Una volta che il tutto sarà discusso e votato, la decisione ultima sarà presa dal governo. L’esecutivo dovrebbe emanare già domani il decreto legge sul riordino complessivo degli enti. Il Piemonte dovrebbe presentarsi con queste 6 nuove province: Biella-Vercelli, Novara-Vco, Asti, Torino, Cuneo e Alessandria, come proposto dal consiglio regionale. Da Roma però ieri hanno fatto sapere che l’esecutivo è orientato così: Biella-Vercelli-Novara-Verbano Cusio Ossola, Alessandria-Asti, Cuneo e Torino.

Un centinaio di primi cittadini e altrettanti supporter hanno presidiato via Alfieri, sede del consiglio regionale. Sono arrivati da Biella e Vercelli per protestare contro la proposta del quadrante. Una cinquantina di sindaci hanno assistito alle votazioni e hanno espresso la loro soddisfazione con un grande applauso, quando è passato l’emendamento di Pedrale.

Il Governo ora dovrà valutare l’indicazione del Consiglio regionale. Il salvataggio della provincia di Asti non è semplicissimo dato che avviene in in deroga ai parametri del Governo di 2500 chilometri quadrati e 350 mila abitanti.

I commenti dei politici piemontesi

Secondo il  Governatore del Piemonte Roberto Cota: “L’impostazione del provvedimento del Governo che sopprime le Province va respinto al mittente. In fondo è anche quello che è emerso oggi dal dibattito in Consiglio Regionale. Se non ci sono le risorse per gestire i servizi, di quali Province parliamo? In più, se non ci sono elezioni, non ci può essere rappresentanza. Oggi ogni consigliere, senza vincoli di maggioranza o di opposizione, ha voluto dare una giusta testimonianza di difesa del proprio territorio”.

Per il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta: “Ci siamo pavoneggiati per mesi sul ‘modello Piemonte’, presentando la scelta che avevamo assunto tutti noi presidenti delle 8 Province insieme a Cota per autoridurre il numero delle Province a quattro: ora che la Regione Piemonte è arrivata al momento decisivo, Cota non ha avuto il peso politico necessario per guidare il vero cambiamento e il Consiglio regionale ha fatto fare al Piemonte una brutta figura a livello nazionale, preferendo lo scaricabarile e dimostrando totale mancanza di coerenza”.

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