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Scandalo bollo auto: rinviate a giudizio 14 persone

Redazione Quotidiano Piemontese

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Associazione per delinquere, corruzione, concussione e turbativa d’asta, queste le accuse nei confronti di 14 su 15 persone, rinviate a giudizio dal pm Giancarlo Avenati Bassi che si occupa dell’inchiesta sul bollo auto che ha interessato Piemonte, Veneto e Campania lo scorso novembre. Tra i vari coinvolti c’è Giovanni Tarizzo, residente a Favria, nel torinese, pensionato ed ex dirigente Politiche Fiscali della Regione Piemonte, personaggio di spicco della vicenda e Aldo Magnetto, direttore di Gec Spa, entrambi in carcere. Gli avvocati difensori nelle prossime due settimae devono decidere per il rito abbreviato o il patteggiamento, diversamente, infatti si andrà a giudizio a giugno. Indagato, invece per turbativa e millantato credito William Casoni, assessore al Commercio della Regione Piemonte .

Tarizzo, già arrestato negli anni Ottanta per indagini riguardanti la Sanità da cui poi era uscito pulito, nel 2004, insieme ad alcuni soci del cuneese, aveva dato vita ad una società privata, la Gec e per i successivi sette anni, senza partecipare ad alcuna gara d’appalto, aveva detenuto il monopolio sulla riscossione, per l’ente pubblico, dei bolli di 4 milioni di auto immatricolate in Piemonte. Il giro d’affari pare abbia fruttato quasi 16milioni di euro nel 2008.
Tra i soggetti coinvolti dall’indagine risultano anche funzionari delle Regioni Campania e Veneto dove il sistema si era esteso.

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