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Niente più Imu da pagare? Ecco che arriva la Tares, nuova tassa rifiuti

Redazione Quotidiano Piemontese

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tassa-rifiutiSe l’Imu se ne va (forse) arriva, però la Tares (tariffa rifiuti e servizi), nuova “tassa rifiuti” ma il Comune astigiano ha introdotto già parametri vari per limitare l’impatto della tassa sulle famiglie numerose  e su alcune categorie di attività commerciali e produttive, come i ristoranti, che rischiavano aumenti altissimi. Fabrizio Brignolo e Santo Cannella, rispettivamente sindaco e assessore alle Finanze di Asti dichiarano: “E’ stato fatto un lavoro certosino per mitigare tutti gli impatti negativi di questa tassa che, applicata secondo i parametri standard previsti dallo Stato, avrebbe avuto un effetto devastante sulle famiglie numerose e su alcune attività importanti e tipiche della nostra economia, come i ristoranti. Gli interventi di mitigazione messi a punto dal Comune non hanno risolto tutti i problemi, ma sono il massimo reso possibile da una normativa che, a dispetto del decantato federalismo fiscale, ha legato ancora di più le mani ai comuni, costringendoli a diventare meri esecutori ed esattori per conto dello Stato”. La Tares, che sarà sottoposta al consiglio comunale nelle prossime settimane, ha un gettito complessivo che non può essere superiore o inferiore al costo reale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti prodotti in Città (comprensivi del costo di spazzamento strade). Questo principio ad Asti era già in vigore da alcuni anni, pertanto non si riscontra un notevole scostamento del gettito complessivo rispetto agli anni precedenti (salvo un lieve incremento dovuto all’aumento del costo dei carburanti dei mezzi di raccolta, agli scatti contrattuali e di anzianità del personale, etc.). La novità è però costituita dal fatto che tale gettito non possa più essere ripartito tra i cittadini secondo il tradizionale metodo usato ad Asti, ma secondo precisi paletti dettati dalla legge nazionale che determina modifiche a carico di contribuenti tenuti a pagare molto meno e altri molto di più degli anni scorsi.

Rispetto alla situazione precedente il nuovo metodo avrà l’effetto di aumentare il carico sulle utenze domestiche e di ridurlo sulle utenze non domestiche (attività commerciali, produttive e professionali). Questo effetto sarebbe stato molto più marcato se il Comune, nella determinazione delle tariffe, non avesse introdotto tutti i meccanismi possibili per tentare di ridurre il carico sulle famiglie. Si sono infatti attivati i parametri minimi per le utenze non domestiche e, al fine di attuare una politica finalizzata a sostenere le famiglie numerose, sono stati introdotti abbattimenti a favore dei nuclei composti da oltre quattro persone. Alla Tares di competenza comunale (corrispondente come detto al costo dei rifiuti) si aggiunge quest’anno l’addizionale che viene pagata direttamente allo Stato, di 30 centesimi ogni metro quadro di superficie (sia dei fabbricati residenziali che commerciali o produttivi), che verrà a gravare ogni utenza.

Alcuni esempi di utenze domestiche:

Una persona che vive sola in un alloggio di 50 mq, ieri pagava 109 euro, domani pagherà 124, con un aumento del 13%. Chi vive solo in 70 mq. pagava 152 euro e ora pagherà 148 (-2,8%.); chi viveva da solo in 100 mq. pagava 217 euro e ora ne pagherà 185 (-14,8 %).

Una famiglia di quattro persone in un alloggio di 70 mq pagava 233 euro, ora ne pagherà 325 (+21%). La stessa famiglia in 110 mq sale da 348 a 396 euro (+ 13%). La famiglia di quattro persone in 140 mq sale da 435 a 448 euro (+3%).

Alcuni esempi di utenze non domestiche:

Negozi di abbigliamento o calzature, librerie, cartolerie e  ferramenta scendono da 6,9 a 5,2 euro a mq (-24%); uffici, agenzie, studi professionali scendono da 6,4 a 5,6 euro al mq (-11%); falegnami, idraulici, fabbri, elettricisti, scendono da 4,2 a 3,8 euro al mq (-8%); i capannoni industriali da 3,8 a 3,4 euro al mq (-11,7%), i negozi di ortofrutta, pescheria, fiori e piante scendono da 116 a 42 euro al mq (-63%).

Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub salgono da 16 a 20 euro a mq, con un incremento del 26% (che sarebbe arrivato al 290% se si fossero recepiti i parametri ministeriali). Le scuole private (nonostante sia stato applicato il minimo possibile) salgono da 0,45 a 1,47 euro metro quadro (+ 228%); i distributori di carburanti salgono da 1,2 a 2,8 euro a metro quadro (+122%).

L’Amministrazione ha tentato di  tenere al minimo i dehor di bar e ristoranti, ma questi dovrebbero comunque subire un incremento che non è al momento stimabile (occorrerà verificare caso per caso).

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