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Piemonte

Incontro sull’omossessualità sospeso alla scuola cattolica “Faà di Bruno”: il caso diventa nazionale

Redazione Quotidiano Piemontese

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Non si placano le polemiche che hanno portato alla sospensione da parte dellabandiera-gay scuola cattolica torinese “Faa di Bruno” sull’omosessualità. All’incontro intitolato “Omosessualità: domande e risposte” era stata invitata Chiara Atzori, specialista di malattie infettive che nelle settimane scorse era stata criticata per le sua posizioni sul tema: la dottoressa è sostenitrice della “terapia riparativa” che vede l’omosessualità come una patologia da curare. L’episodio rischia ora di uscire dai confini torinesi, come scrive il Fatto Quotidiano, per arrivare a Roma alla Camera “dove Scelta civica presenterà una mozione per stigmatizzare la cancellazione degli incontri. I centristi, così come i vertici del Faà di Bruno, ritengono tutto ciò come un attacco alla libertà di opinione ad opera della “lobby politico-mediatica che sostiene l’ideologia del gender e che fa di tutto per silenziare chi sostiene il modello della famiglia naturale”.

Il dibattito oggi approda anche in Consiglio comunale a Torino. I consiglieri Michele Curto e Marco Grimaldi di Sel, insieme a Marta Levi e Luca Cassiani del Pd, hanno richiesto comunicazioni urgenti al sindaco di Torino, Piero Fassino. Curto ha chiesto all’amministrazione di convocare i vertici della scuola e, in mancanza di un chiarimento, di considerare la sospensione immediata della convenzione. “Minacciare di eliminare dalla convenzione FISM la scuola Faà di Bruno, come indicato nella richiesta di comunicazioni al Sindaco, è solo un tentativo di tappare la bocca a chi, in questa città, non pensa diversamente, semplicemente pensa” ha dichiarato Silvio Magliano, coordinatore cittadino Popolo della Libertà-Forza Italia e Vice Presidente Vicario Consiglio Comunale.

Per la vicepresidente del consiglio comunale Levi “non è accettabile che in una scuola il tema dell’omosessualità venga affrontato accostandolo a una malattia, considerando l’omosessualità una minaccia“. Di segno opposto il presidente dei Radicali italiani, Silvio Viale, che in una nota scrive: “Al posto della Faà di Bruno non avrei ceduto è ha ragione l’Arcidiocesi a parlare di censura. Purtroppo viviamo in tempi in cui la libertà di parola e di opinione rischia di essere condizionata da una voglia di persecuzioni penali che sono una vera e propria censura di Stato”.

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