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Piemonte

Il Pd vuol far cadere la Regione con dimissioni di massa. La maggioranza risponde: noi abbiamo azzerato i costi della politica

Redazione Quotidiano Piemontese

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palazzo-giunta-regioneI vertici del Pd in Regione Piemonte stanno pensando di dimettersi in massa per far cadere il governo regionale a Palazzo Lascaris per tornare alle urne magari già da gennaio 2014. Il capogruppo Aldo Reschigna, d’intesa con il segretario del partito in Piemonte, Gianfranco Morgando annuncia: “Si potrebbe giungere nel giro di due mesi alla chiusura anticipata della legislatura. Questa legislatura regionale è entrata in una fase di grandissima straordinarietà che delegittima ulteriormente l’istituzione Regione Piemonte, come denunciato ieri da Morgando. La vicenda Giovine, la paralisi dell’attività politica, la prossima chiusura dell’indagine della Procura della Repubblica sono fatti che non possono essere valutati se non alla luce di un ulteriore allontanamento della Regione della comunità piemontese”. Prima di chiudere con le dimissioni la legislatura i consiglieri dovrebbero far approvare la legge elettorale e quella di bilancio.

Risponde con un comunicato congiunto la maggioranza in Regione

Oltre due ore di riunione dedicate all’imminente approvazione del bilancio della Regione da parte della Giunta, al tema delle Province e alla questione dei gruppi consiliari al centro dell’indagine della magistratura torinese.
In particolare sulla questione dei gruppi, la maggioranza ha sottolineato come non si tratti di “una questione che riguarda soltanto il Consiglio Regionale del Piemonte, ma sono chiamate in causa ben 17 Regioni e oltre 300 consiglieri regionali; è un problema di carattere nazionale, su cui sarebbe auspicabile una riflessione seria da parte di tutte le Istituzioni”.

Durante la riunione, che si è tenuta alla presenza del Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e del Presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo, è stato sottolineato come i consiglieri abbiano sempre applicato le leggi e i regolamenti vigenti dall’inizio dell’attività della Regione sull’utilizzo dei fondi dei gruppi regionali in assoluta buona fede. Nelle legislature passate, del resto, non vi è stata mai alcuna osservazione in merito. “Non è possibile – osservano i gruppi di maggioranza – cambiare le regole del gioco a partita finita; il Consiglio Regionale è un organo legislativo, ci sono leggi e regolamenti che stabilivano la natura privatistica dei gruppi; non è realistico pensare che in passato, per oltre 30 anni, la magistratura contabile sia stata distratta o negligente”.

“A chi parla di dimissioni o tenta goffamente di strumentalizzare una situazione che andrebbe invece risolta con una presa di responsabilità collettiva – osservano i gruppi di maggioranza – ricordiamo come solo in questa legislatura, grazie a questa maggioranza e alla Presidenza Cota, siano stati praticamente azzerati i costi della politica in Regione. Nel periodo 2005 – 2010 ( Bresso / Gariglio PD) nulla è stato fatto in questa direzione.

Nel 2010 – 2013, invece, si sono decisi:
abolizione vitalizio
diminuzione del numero dei consiglieri e degli assessori
dimezzamento dell’indennità di fine mandato
riduzione delle indennità complessiva di circa il 30%, 35%
abolizione del gettone di presenza nelle commissioni e perdita del gettone per chi è assente in Consiglio Regionale senza giustificazione
abolizione del rimborso chilometrico forfetario e del rimborso chilometrico per Aula e Commissioni
riduzione ad un 1/3 dei fondi per il funzionamento gruppi – da oltre 1,5 milioni di euro a 500 mila euro
aboliti totalmente viaggi aerei sia all’estero sia nazionali
bilancio consiglio 2011: circa 82 milioni di euro – bilancio consiglio 2013: circa 54 milioni di euro – previsione tendenziale per il 2015: 50 milioni di euro

“Il Pd e Bresso, al posto di strumentalizzare oggi a parole – chiosano i gruppi di maggioranza – avrebbero potuto fare concretamente queste riforme nell’interesse dei piemontesi nella passata legislatura. Ma, ovviamente, parlare è molto più comodo che agire. Avendo come consiglieri regionali agito secondo le leggi e i regolamenti, oltre che in perfetta buona fede, non vediamo sinceramente quale senso possa avere ipotizzare oggi delle dimissioni”.

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