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I premi ufficiali del Torino Film Festival 31: vince il film messicano Club Sandwich, il premio del pubblico a La mafia uccide solo d’estate

Redazione Quotidiano Piemontese

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paolo-virzì-tffLa Giuria di Torino 31 – Concorso Internazionale Lungometraggi, composta da Guillermo Arriaga, Stephen Amidon, Aida Begi?, Francesca Marciano e Jorge Perugorría ha assegnato i premi dell’evemto: Miglior Film (€ 15.000) a: Club Sándwich di Fernando Eimbcke (Messico, 2013) Premio Speciale della giuria a: 2 automnes 3 hivers di Sébastien Betbeder (Francia, 2013) Premio per la Miglior attrice a: Samantha Castillo per Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013) Premio per il Miglior attore a: Gabriel Arcand per Le démantèlement di Sébastien Pilote (Canada, 2013) Premio per la Miglior sceneggiatura a: Pelo Malo di Mariana Rondón (Venezuela, 2013) Premio del pubblico a: La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto “Pif” (Italia, 2013).

Il trailer di Club Sandwich

Il trailer di La mafia uccide solo d’estate

La Giuria di Internazionale.doc, composta da Cíntia Gil, Jean-Charles Hue e Gabe Klinger, assegna i seguenti premi: Miglior Film per Internazionale.doc (€ 5.000) a: A Spell to Ward Off the Darkness di Ben Rivers e Ben Russell (Francia/Estonia, 2013) Con la seguente motivazione: Per la sua abilità nel costruire un complesso collegamento tra il cinema delle origini e le attuali tendenze etnografiche e documentaristiche, al pari della sua molteplicità di forme (triangolari) che permettono al contempo di sorprenderci con franchezza e di immergerci nelle tensioni che costituiscono la condizione umana. Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc a: Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini (USA/Belgio/Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Per la sua poetica capacità di descrivere l’eterna lotta che sostengono gli individui e le comunità negli Stati Uniti d’America.

La Giuria di Italiana.doc, composta da Jasmin Basi?, Esmeralda Calabria e Salvatore Mereu, assegna i seguenti premi: Miglior Film per Italiana.doc in collaborazione con Persol (€ 5.000) a: I fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Dopo il dolore viene il singulto a darci sollievo. Nei bassifondi la vita non è mai una promessa, ma guai a toccarcela, se non ne abbiamo un’altra. Di questo pare ci informino, con illuminata dignità, i personaggi di San Berillo e con loro ci sembra di ascoltare quelli di tutti i “sottani” del mondo. Premio Speciale della giuria per Italiana.doc va ex-aequo a: Striplife di Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Racconta, attraverso intelligenti scelte cinematografiche, la normalità di una giornata nella Striscia di Gaza. Un film che contrasta volontariamente con l’overdose di immagini di guerra veicolate e consumate attraverso i media e a: Wolf di Claudio Giovannesi (Italia/Repubblica Ceca, 2013) Con la seguente motivazione: Mancare la propria vita per provare a riabilitare quella del padre. Questo è il dramma di Wolf Murmelstein la cui esistenza muore due volte sotto il peso della memoria. Dalle immagini dei film di repertorio, dalle riprese di lunghe file di caseggiati abbandonati dove la vita è già passata in modo irreparabile, affiora un ritratto palpitante di umana intensità in cui il mezzo cinematografico ci consegna conoscenza, dubbi ed emozione. La Giuria assegna inoltre una Menzione Speciale a: Il segreto di cyop&kaf (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Per il forte potenziale narrativo che si sviluppa all’interno di un microcosmo popolato da bambini che (quasi inconsapevolmente) percorrono e ripercorrono modalità evidenti di un mondo adulto già in guerra. Attraverso la loro storia si compone e stratifica l’origine di un disagio che riguarda tutti.

La Giuria di Italiana.corti, composta da Caterina Carone, Andrea Lissoni e Tommaso Pincio, assegna i seguenti premi: Premio Chicca Richelmy per il Miglior film (€ 2.500 offerti da Associazione Chicca Richelmy) a: Recuiem di Valentina Carnelutti (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Per la sensibile compiutezza e originalità di sguardo con cui l’autrice ha raccontato un momento traumatico e definitivo quanto naturale, intimo e familiare quale è la morte. L’opera non indulge in una rappresentazione esibita del dolore, preferendo invece assumere un taglio di positiva ambiguità, ritrae un momento di muta e attonita sospensione nel quale convivono emozioni e reazioni delle tre fasi dell’esistere: infanzia, maturità e vecchiaia.  Premio Speciale della giuria a: No More Lonely Nights di Fabio Scacchioli e Vincenzo Core (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Per la capacità di tradurre in tessuto narrativo di straniante impatto la dimensione artificiale nel quale un certo immaginario cinematografico ha collocato il rapporto amoroso e la solitudine che spesso lo accompagna. Da sottolineare inoltre come l’uso del registro sonoro assume il carattere di una vera e propria partitura sensoriale, dando consistenza quasi fisica al vuoto che l’opera intende raccontare.

Il Premio Achille Valdata per il Miglior cortometraggio in collaborazione con La Stampa – Torino Sette (€ 2.500) è andato a: Carmine di Davide Luchino (Italia, 2013) Con la seguente motivazione: Per l’ironia con cui è stato affrontato un tema attuale come il rapporto tra i giovani e le nuove tecnologie.

La Giuria del Premio Fipresci, composta da Anne Brodie, Demetrios Matheou e Franco La Magna assegna il Premio per il Miglior film a: Le démantèlement di Sébastien Pilote (Canada, 2013) Con la seguente motivazione: Sommesso dramma familiare minimalista, di chiare origini letterarie e di forte impianto etico, narrato con un lungo pedinamento dell’anima che svela il sublime affetto paterno di un anziano allevatore.

La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Luca Sofri e Diego “Zoro” Bianchi assegna il Premio Cipputi 2013 – Miglior film sul mondo del lavoro a: Portrait of a Lone Farmer di Jide Tom Akinleminu (Danimarca/Nigeria/Germania, 2013) Con la seguente motivazione: Un film intimo e delicato che usa la camera come un utensile capace di raccontare un padre e un figlio, un contadino e un cineasta attraversati da due continenti, l’Europa e l’Africa. Il lavoro dell’uno e dell’altro si guardano, si incontrano e cercano di capirsi e di raccontarsi.

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