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Ambiente

Le associazioni animaliste ricorrono al TAR contro il divieto di alimentazione ai colombi

Redazione Quotidiano Piemontese

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piccioni-viaggiatoriI colombi portatori di malattie per l’uomo? Secondo le associazioni animaliste si tratta di “un mito da sfatare”. Per questo, la Lav ( Lega anti vivisezione), Sos Gaia e la Lega del Gatto hanno presentato ricorso al Tar per l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza n. 5242/2013 del sindaco di Torino e la proposta di modifica del regolamento n. 320 Tutela Animali n. 06079/110 del 2013, che vietano l’alimentazione ai colombi. La recente ordinanza del Sindaco di Torino e conseguente proposta di modifica del regolamento n. 320 di consentire l’alimentazione solo a distanza di 250 metri, invece che gli attuali 50 metri, da tutti gli ospedali, case di cura, ambulatori medici, asili, scuole elementari, aree giochi bimbi, secondo le associazioni “significa nella pratica il divieto di alimentazione in tutta la città”.Secondo gli animalisti “un numero contenuto di colombi non reca alcun danno alla città e ai cittadini, allietando le piazze e i giardini, e divenendo motivo di divertimento e svago per bambini e anziani. Quando il loro numero in una data zona diventa troppo alto, possono sorgere problemi. Tuttavia, riguardo alla presenza di infezioni patogene trasmissibili all’uomo, si può rilevare come normali misure igienico sanitarie siano sufficienti a salvaguardare gli esseri umani dal rischio di contagio, e una situazione di rischio è da considerarsi limitata alle sole persone immunodepresse”.

“La coesistenza tra umani e colombi non è un problema da allarme sanitario, ma una problematica di carattere sociale, se si considera che la presenza o meno dei colombi in città è provocata dalle azioni degli esseri umani, ed in particolare dalle caratteristiche degli edifici e dal sistema di smaltimento dei rifiuti e delle altre sostanze alimentari disperse nell’ambiente” ha dichiarato Marco Francone, consigliere della Lav di Torino e vicepresidente della consulta delle associazioni del volontariato animalista della Città di Torino.

“Una drastica riduzione dell’alimentazione, comportando il peggioramento delle condizioni di salute degli animali potrebbe determinare un indebolimento delle condizioni di salute con il rischio di una maggiore presenza di forme patologiche e quindi aumento del rischio di contagio” ha dichiarato Enrico Moriconi, veterinario del direttivo di medicina democratica.

“L’amministrazione comunale dovrebbe procedere ad un censimento, provvedere all’identificazione delle colonie, individuare siti favorevoli alla sistemazione di colombaie per l’alimentazione controllata, provvedere alla pulizia periodica di piazze e strade e predisporre interventi per la riduzione dei siti di nidificazione” ha dichiarato Filippo Viberti, responsabile Lav di Torino.

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