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Biella

Atap, società di trasporti di Biella e Vercelli rischia la chiusura se la Regione non paga

Erica Gardella

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Un’altra azienda di trasporti in Piemonte denuncia la situazione insostenibile determinata dai mancati pagamenti da parte della Regione. Come nel caso della Comazzi di Domodossola e di molte altre aziende, anche la Atap deve fare i conti con le casse vuote poiché gli enti preposti non saldano i loro debiti. Nel caso della Atap, società che si occupa del trasporto bus di Biella e Vercelli e dei collegamenti di queste con Torino, i mancati introiti ammontano ormai a quasi 7 milioni di Euro.

Come in tutti gli altri casi i pagamenti dovrebbero arrivare dagli enti locali appaltatori, Comuni e Provincie, che a loro volta ricevono i fondi per il trasporto pubblico dalla Regione. Ma questo “gioco” di scatole cinesi non è ancora più intricato dato che, come spiegato dal presidente della Regione, Roberto Cota, i soldi necessari dovrebbero arrivare dallo Stato, che però non paga: ” Il Governo non ci ha versato i soldi per il trasporto pubblico e di conseguenza le sofferenze non sono generate da noi”. Insomma la solita storia che si ripete, e le spese della situazione le fanno le azienda che però continuano a fornire il servizio e i loro dipendenti, che verranno messi in cassa integrazione se la situazione non si sblocca.

Nessuna delle istituzioni della lunga catena burocratica ha il coraggio di prendersi l’onere di anticipare il dovuto alla società, o almeno una parte di esso, tanto per consentire all’azienda di “tirare il fiato” e di non doversi indebitare per fare il proprio lavoro. La Atap è una società solida, amministrata con cautela e oculatezza e forse solo per questo è riuscita fino ad ora a proseguire con la propria attività. Però questa situazione non è sostenibile ancora per molto.

Come spiega il presidente della società, Massimo Guabello, oltre ad altre aziende di trasporto del Piemonte, anche “Asl, Croce Rossa, Comuni e svariati altri enti vivono questo momento di difficoltà.   Abbiamo bloccato il turnover – spiega ancora -, ridotto all’osso gli straordinari e siamo andati a conquistarci nuove tratte con degli accordi con le ferrovie. Grazie a queste manovre e a un’attenta e puntuale gestione non abbiamo toccato i livelli occupazionali”. La società, che mira a continuare in questa direzione, a questo punto attende solo di ricevere ciò che le è dovuto.

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