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Biella

Quando in Crimea ci andavano i Bersaglieri di Alessandro Lamarmora

Redazione Quotidiano Piemontese

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Alessandro-La-MarmoraAnche se la Crimea e l’Ucraina sono così lontane dal Piemonte, sono strettamente legate a pezzi della storia di questa  regione come la famosa vicenda dei Bersaglieri di Alessandro Lamarmora che ci viene raccontata dal Sole 24 Ore

Sui banchi di scuola, studiando il Risorgimento italiano, che per la prima volta abbiamo sentito parlare della Crimea. Nell’estate 1853 lo zar Nicola I invade i principati danubiani di Moldavia e Valacchia, posti sotto la sovranità dell’Impero ottomano; pochi mesi dopo la Turchia, sostenuta da Gran Bretagna e Francia, dichiara guerra alla Russia. Gli anglo-francesi cingono d’assedio la fortezza di Sebastopoli in Crimea, principale porto russo sul Mar Nero. Londra e Parigi cercano di coinvolgere nella loro alleanza antirussa anche l’Austria, che però non si schiera. È invece il Piemonte sabaudo ad accettare di intervenire nella guerra. Nel maggio 1855 il primo ministro Cavour manda in Crimea un corpo di spedizione di 15 mila uomini al comando di Alfonso La Marmora, che prendono parte alla battaglia del fiume Cernaia (agosto 1855), distinguendosi per coraggio e preparazione militare. In settembre, dopo la caduta di Sebastopoli, il nuovo zar Alessandro II firma l’armistizio. Al Congresso di pace di Parigi, Cavour, grazie alla partecipazione piemontese alla guerra, può quindi sollevare la questione dell’unità e dell’indipendenza italiana. Dai contatti avuti con le cancellerie di Francia e Gran Bretagna, Cavour percepisce che un mutamento in Italia su iniziativa del Piemonte è fattibile, con l’appoggio delle due maggiori potenze occidentali e soprattutto di Napoleone III.

 

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