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Stamina, il Comitato Vite Sospese scrive a Gramellini dopo l’intervento a Che tempo che fa

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gramelliniPubblichiamo una lettera aperta del Comitato Vite Sospese. Il Comitato ha voluto indirizzare quanto qui di seguito all’attenzione di Massimo Gramellini dopo il suo intervento alla trasmissione di rai Tre “Che tempo che fa” a proposito del caso Stamina e del rinvio a giudizio di Maurizio Vannoni.

Gentile Gramellini,
le scriviamo in quanto associazione che difende i diritti dei malati gravissimi e delle loro famiglie.
Abbiamo assistito alla sua «ricostruzione» della vicenda Stamina a Che tempo che fa del 26 aprile.
Che dire? Siamo rimasti basiti dalla disinformazione e dalla mancanza di delicatezza nel trattare un argomento che riguarda non l’ultima notizia di shopping ma la vita di tanti piccoli pazienti.
Sì, proprio la vita. Perché vede, caro Gramellini, se lei si fosse degnato di informarsi per bene prima di andare a pontificare in televisione, avrebbe scoperto che i genitori dei bambini curati a Brescia con Stamina sono ancora convinti della bontà della metodica e chiedono che non vengano sospese le cure compassionevoli, che attualmente sono l’unica cura per quei bambini, affetti da patologie che i medici hanno finora definito incurabili.
Lei, signor Gramellini, si è eretto a gran difensore dei bambini sostenendo che le loro famiglie sono state raggirate, che li hanno usati come cavie. Lo ha fatto dimenticando che il primo a non curarsi di loro è stato proprio lo Stato, che ha permesso e continua a permettere il perdurare di questa situazione, e che non fa nulla per garantire loro delle cure. Sono abbandonati a se stessi, e sono abbandonati in quanto condannati a morte!
Lo sa, signor Gramellini, che in questi mesi di campagna mediatica diffamatoria e quindi di rallentamenti e sospensioni delle cure ben 15 persone che erano in lista d’attesa sono morte? Lo sa che, invece, dei 30 piccoli pazienti in cura – e ribadiamo che si tratta di bambini per i quali esistono, ben evidenziate sulle cartelle cliniche, le sentenze di morte perché affetti da malattie rare e incurabili – non ne è morto nessuno, nessuno è peggiorato, mentre invece sono stati registrati miglioramenti?
Ma già, a lei e agli altri giornalisti come lei non interessa il parere dei genitori, né le cartelle cliniche che questi ultimi avevano messo a disposizione di tutti il 28 dicembre scorso in una conferenza stampa a Roma.
Ora lo sappiamo che lei sta pensando che siamo dei pazzi, o alla meno peggio dei poveri illusi. Non si preoccupi, abbiamo capito bene qual è la situazione, abbiamo letto – noi sì – tutte le carte, da quelle prodotte dalla procura di Torino a tutte le cartelle cliniche. E sì, anche noi pensiamo che se Vannoni – che peraltro attualmente è solo indagato, non è ancora stato condannato da nessun tribunale – è colpevole di qualche reato debba pagare. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. Ma nel frattempo, per favore, lasciamo fuori le famiglie e le cure compassionevoli (a proposito, signor Gramellini, lei sa che cosa sono? Hai mai letto il decreto Turco-Fazio che le prevede?) da tutto questo circolo mediatico di parte. Voi neanche vi rendete conto del male che fate a ciascuno di questi bambini e ai loro genitori ogni volta che aprono la televisione e vi vedono lì, tranquilli, pacifici e sereni, che ne parlate (e inavvertitamente contribuite alla loro condanna a morte).

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