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I detenuti italiani sono a rischio Aids, tubercolosi ed epatiti

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carcereL’allarme arriva dal XV Congresso nazionale della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe) in svolgimento in questi giorni a Torino. I detenuti delle carceri italiane sono a rischio di contrarre malattie come Aids, tubercolosi, epatiti, malattie sessualmente trasmissibili e altre patologie infettive. Inoltre i sono anche a rischio obesità, fumano troppo e sono soggetti a cattiva alimentazione. Per affrontare in maniera seria il problema però sarebbe necessario migliorare l’assistenza alle persone detenute mediante un approccio nazionale integrato. Non mancano le polemiche. Secondo Guido Leo, dirigente medico di malattie infettive all’ospedale Amedeo Savoia di Torino e presidente del congresso, “La vera emergenza delle carceri italiane è la mancanza di dati certi, che si traduce nella mancanza della possibilità di pianificare un intervento. Quando questo compito spettava al ministero della Giustizia, i dati, seppur scientificamente non rigorosi, erano comunque disponibili fornendo una base su cui ragionare; oggi il sistema delle Asl genera frammentarietà e, conseguentemente, confusione. L’unica fonte che si occupa attivamente di una raccolta dati a livello nazionale è la Simpse, una onlus che si occupa proprio di tutelare la salute dei detenuti, elaborando studi e numeri su questo tema”.

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