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Dipendenza da gioco d’azzardo, uno dei mali dell’Italia. Ad Asti un incontro per parlare del problema e di come affrontarlo

Redazione Quotidiano Piemontese

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rouletteIl centro culturale astigiano San Secondo, in via Carducci, ospita il convegno sulla patologia da gioco d’azzardo, promosso dalle Acli provinciali che si terrà giovedì 29 maggio alle 21 con la partecipazione di Roberto Argenta, psicologo del Sert (Servizi per le dipendenze) di Asti. Nel 2011 gli italiani hanno speso nel gioco d’azzardo oltre 74 miliardi di euro. Il fenomeno del gioco d’azzardo interessa l’economia, con gli italiani primi giocatori al mondo, la finanza, con il rischio di un’imminente bolla finanziaria, la politica, troppo influenzabile dalla lobby dell’azzardo, lo Stato che ha scelto di calare ogni anno le percentuali di tasse sul gioco,  le famiglie e gli 800mila dipendenti da gioco d’azzardo in Italia, le industrie dell’azzardo, con astuzie costruite per far credere che la vincita sia a portata di mano, il no profit, unico ad offrire forme di assistenza ai giocatori, i minori, con il 47% degli studenti che dichiara di giocare d’azzardo, i monopoli di Stato, con un progetto che rischia di promuovere il gioco fra gli studenti, la criminalità organizzata, che secondo la commissione parlamentare antimafia, ha 50 miliardi di euro annui di proventi dal gioco d’azzardo;  le persone più fragili e di ceto medio-basso, perché sono soprattutto costoro che cadono nella dipendenza da gioco. Questo è quanto si evince dal libro “Ma a che gioco giochiamo? Il gioco d’azzardo da problema sociale e di dipendenza, a interessi economici, politici e criminali” di Anna Maria Quinterno, moglie di un ex giocatore d’azzardo. L’Italia è il primo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco. Secondo alcune ricerche il 2.2% della popolazione adulta italiana risulta essere a rischio per il gioco d’azzardo se non addirittura “vittima” di una patologia.

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