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Cronaca

Coldiretti Cuneo: “L’embargo nei confronti della Russia danneggia la nostra economia agricola”

Redazione Quotidiano Piemontese

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coldiretti“I 125 milioni stanziati dalla Commissione per l’Unione Europea, a seguito del blocco delle esportazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari, non sono sufficienti per coprire i danni diretti e indiretti che si stanno verificando a seguito dell’embargo russo”. E’ quanto sostiene la Coldiretti Cuneo lanciando l’allarme per un settore che sta già vivendo forti difficoltà.
“L’embargo della Russia – dice Michele Quaglia, presidente Zona Coldiretti Saluzzo – ha una forte incidenza soprattutto per il settore frutticolo, di cui il Piemonte e la nostra provincia in particolare sono forti esportatori. L’80% della frutta che dalla nostra regione va all’estero è di provenienza cuneese e la Russia è uno dei pochi mercati in espansione. Mentre è praticamente conclusa la raccolta delle pesche, sta per iniziare quella delle susine e quella delle mele estive. Anche le pere, varietà più precoci, sono in procinto di essere raccolte. Gli stanziamenti dell’Unione Europea, oltreché intempestivi non sono assolutamente soddisfacenti. Dopo anni di difficoltà di mercato, questa dell’embargo acuisce le difficoltà economiche delle nostre imprese, generando problemi a monte ed a valle del settore agricolo”.
“Molto dipenderà quindi dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite – sottolinea Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo – ma al momento la situazione è grave, soprattutto in provincia di Cuneo, dove i danni ammontano a oltre 45 milioni di euro”.  Complessivamente si stima che per l’Italia l’embargo riguardi spedizioni di prodotti agroalimentari per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno. Ed in particolare l’export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro.
Coldiretti Cuneo sta anche procedendo ad una stima dei possibili danni che sono generati dall’embargo russo sulle produzioni diverse dall’ortofrutta. Premesso che il vino è escluso, preoccupazioni nascono per il settore delle carni e dei prosciutti Dop Parma e San Daniele, i cui circuiti sono alimentati con oltre un milione e mezzo di cosce di suini allevati prevalentemente nella Privincia Granda.

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