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Torino approva il bilancio di previsione (!!!) 2014. Fassino. “Se qualcuno ha idee migliori lo dica, siamo pronti a seguirle”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Piero FassinoIl Consiglio comunale di Torino ha approvato, con 24 voti favorevoli e 7 voti contrari, il bilancio di previsione – a settembre, problema ormai storico delle amministrazioni locali che scontano i ritardi nella programmazione e le continue revisioni da parte dell’amministrazione centrale – della Città per il 2014. ”In un quadro di stagnazione economica che ha ormai preso i contorni della recessione i Comuni sono più che mai i primi destinatari delle richieste dei cittadini”, ha detto il sindaco Piero Fassino nell’intervento in aula prima del voto. E in fatto di contrazione delle risorse il Sindaco ha specificato: “Nel 2009 la Città riceveva in trasferimenti da Stato, Regione ed altri enti 471 milioni di euro, di cui 368 dallo Stato. Nel 2014 i trasferimenti ricevuti ammontano a 126 milioni, di cui 51 dallo Stato. Anche dopo il 2011 con l’introduzione di una fiscalità patrimoniale assegnata al Comune abbiamo continuato a subire una riduzione di entrate pari a 25–30 milioni di euro ogni anno”. “Pur in un quadro così difficile – ha proseguito Fassino – abbiamo scelto di non ridurre le ambizioni della Città, gli investimenti e l’offerta di servizi. Ci siamo sforzati di trovare ogni giorno la compatibilità tra le minori risorse e la capacità di mantenere inalterata l’offerta di servizi e prestazioni ai cittadini”.
“L’applicazione per I phone e I pad, realizzata dalla Città assieme a Save the Children e Compagnia di San Paolo che ho presentato qualche giorno fa, mette a disposizione dei cittadini la mappa dei servizi per l’infanzia, 46.000 bambini nella fascia 0-6 anni : si tratta di 700 diversi servizi. Non so quante città italiane riescono a fare altre altrettanto. E sono 700 anche le prestazioni e i servizi socio-assistenziali erogati quotidianamente dalla Città per le diverse categorie di cittadini. Si tratta di una ampia e cospicua rete di welfare che consente a tanti di non essere soli”.
Sul fronte degli investimenti Fassino ha ricordato che la Città con risorse proprie o private ha continuato a promuovere investimenti e a salvaguardare il suo dinamismo. ”O si ha la capacità di mettere in campo le innovazioni necessarie a reperire le risorse o l’obbiettivo di garantire i servizi non si raggiunge”. “Se qualcuno di quelli che dicono che non sappiamo amministrare è in grado i proporre un bilancio alternativo e migliore di quello di Passoni, lo faccia, noi siamo pronti ad adottarlo”.
Fassino ha concluso il suo intervento ricordando che obbiettivo prioritario è unire le due diverse Torino, la città degli atenei e degli studi, dell’innovazione tecnologica, della cultura e della ricerca e quella degli sfratti e della disoccupazione: “Lo sforzo è quello di creare una saldatura, di valorizzare la prima per trovare le risorse per sostenere la seconda”.

Insoddisfatte le opposiozioni. Fabrizio Ricca (Lega Nord): “Il sindaco è bravo con le parole ma il nostro bilancio è un massacro per i cittadini che ne escono con le ossa rotte. Il Governo ci ha presi a schiaffi anche nell’ultima settimana con un ultimo taglio di 8 milioni. Possiamo avere le Università, la Cultura, l’automotive ma la vita dei torinesi non cambia. Non dobbiamo proseguire la politica delle dismissioni indicata dalla politica nazionale ma è ora di incominciare a ridare valore al nostro patrimonio. Così facendo in futuro non avremo più nulla da vendere e avremo regalato il nostro patrimonio. I torinesi pensano che il Comune dovrebbe aiutare le famiglie e non continuare a tassarle. Bisogna incominciare a dire no allo Stato perché se ci tagliano 312 milioni in cinque anni è perché glielo abbiamo lasciato fare”.
Paolo Greco Lucchina (NCD): “Non ci rassicurano le azioni messe in campo per garantire bilanciamento tra entrate e spese. Diamo atto di una sostanziale riduzione della spesa per il personale e di un progressivo ridimensionamento dell’indebitamento. Riconosciamo al sindaco di non essere Chiamparino. Lei ha dovuto fare fronte ad una situazione estremamente grave con enorme difficoltà. Non c’è programmazione. Questo è un bilancio tecnico, di difesa. Proveremo a contribuire alla programmazione in fase di assestamento se ce ne darete l’occasione. Accanto al dinamismo al quale lei fa riferimento aggiungo la parola coraggio. Tra qualche anno non potremo garantire i servizi e l’unica situazione sarà garantire il servizio solo con il pagamento di chi usufruirà del bisogno stesso. E’ chiaro che quando ci si rivolge ai privati occorre proporre qualcosa di appetibile ma questo non dovrà più essere la politica dei supermercati”.
Andrea Tronzano (Forza Italia): “Utilizzare i soldi della Cassa Depositi e Prestiti, che raccoglie i fondi di piccoli risparmiatori, per acquistare i palazzi a disposizione della Città di Torino non è cosa saggia. Il sindaco valuti con grande attenzione. Alcune riforme potete farle solo voi. Non avete ancora attuato le dismissioni che una parte di maggioranza vi blocca e non dovete più vendere a soggetti appartenenti all’ambito pubblico. I tagli lineari, quando li faceva Tremonti erano criticati, se li fa Passoni nessuno si straccia le vesti. Basta con i bilanci fatti a settembre. La maggioranza, uguale a quella di Governo, chieda con un ordine del giorno che si smetta di prevedere i Bilanci preventivi a fine anno. Questo è un bilancio tecnico, inutili nella sostanza, faremo attenzione alla fase di assestamento in cui cercheremo di rimettere soldi in mano ai cittadini e alle imprese. Dall’opposizione le proposte sono sempre arrivate”.
Chiara Appendino (Movimento 5 Stelle): “Il rapporto tra ente pubblico e cittadino deve basarsi sulla trasparenza nel raccontare i fatti. Oggi il sindaco non può dire che non sono stati tagliati i servizi, che l’offerta è rimasta inalterata, che la capacità di investimento è rimasta invariata. Basta guardare i numeri. Bisogna dire le cose come stanno perché i numeri sono numeri, i tagli sono tagli. La mistificazione della realtà diventa propaganda politica. Cos’è il dinamismo di cui parla Fassino? I costruttori non possono essere la leva dell’economia della città, già sfruttata e non più utilizzabile. Un torinese su dieci è in povertà e non riesco a considerare un bene il divario tra la città ricca e la città povera. Investire sulla città ricca per ridurre le distanze non funziona perché il divario è aumentato negli anni. C’è un problema di programmazione. E’ difficile intervenire nelle politiche quando non si può programmare. Ma non si può dire che non abbiamo fatto proposte quando in commissione ci è stato spiegato che non si poteva emendare il bilancio”.

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