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La Regione si occuperà del castello di Miasino, sequestrato al boss ma gestito dalla moglie

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castello_miasinoIl caso, che in verità è tale da anni, è tornato alla ribalta la scorsa settimana. Il castello di Masinio splendida residenza sul Lago d’Orta, sequestrato al boss della camorra Pasquale Galasso, è tutt’ora gestito dalla moglie del boss, che continua da anni a lucrare su un bene che non dovrebbe più essere di proprietà della famiglia. Il rinfocolarsi della polemica ha spinto Domenico Rossi, consigliere regionale del Pd, che per anni è stato referente di Libera sul territorio novarese, a presentare una mozione in Regione per smuovere le acque ed obbligare la giunta ad occuparsi della questione. La mozione è stata approvata martedì ed ora bisognerà risolvere il problema. Situazione in realtà non semplice perchè com’è noto la regione non ha soldi e sul bene pende anche un’ipoteca. Rossi è però ottimista, anche sulla questione ipoteca:  “Tra i documenti dell’Agenzia nazionale che ho potuto vedere c’è una relazione notarile secondo la quale dopo venti anni è decaduta, anche per via del passaggio di proprietà. Pure la Cassazione ha posto un limite all’ipoteca dei beni confiscati. La Regione potrebbe prenderlo per sé, ma le condizioni del suo bilancio sono note. La strada percorribile sarebbe l’assegnazione per il riutilizzo sociale che tengano conto della sostenibilità economica e delle sue attività. Le possibilità sono molte, sta alla Regione e alla società civile farsi avanti. A gestirlo potrebbe essere una cooperativa o un’iniziativa che unisca pubblico e privato insieme”.

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