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Cronaca

Colpo di scena, Altana: ”Furchì minaccia di farmi fare la fine di Musy. E so dov’è l’arma del delitto”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Attentato_Musy_Furchì_-tribunale-4-1024x588-600x400Ultima udienza tecnica del processo per l’omicidio di Alberto Musy, e che colpo di scena: il pm Furlan chiede di inserire fra i testimoni Pietro Altana, genovese, agente segreto e collaboratore del Sismi, personaggio misterioso in carcere per il furto di una grande quantità di computer (“Mi sono stati affidati dai servizi per decrittarli, poi mi hanno scaricato e così sono stato accusato di ricettazione”). Ascoltato, questi ha confermato di essere un conoscente dell’imputato, che avrebbe raccolto da lui in carcere parecchie confidenze, nonchè richieste come quella – a più riprese – di violare con le sue conoscenze i computer dei pm, dei funzionati di polizia, di Gian Carlo Caselli, dei suoi stessi legali (non si fidava, lo descrive come un paranoico), nonchè il suo stesso per cancellare email e quant’altro provasse le sue relazioni extraconiugali.

Ma soprattutto, Altana conferma che Furchì gli avrebbe rivelato di avere affidato a tale Felice Filippis la pistola con la quale avrebbe sparato a Musy. Filippis, già sentito nel corso del processo, è custode di un capanno “vicino a un orto” ove terrebbe il revolver e un fucile; “I dettagli rivelati sul nascondiglio dell’arma sono assolutamente reali e vanno approfonditi”, afferma in aula l’avvocato Zancan. Dalla cella del presunto assassino sarebbero poi recentemente scomparse alcune lettere che provavano i rapporti tra questi e il custode delle armi; il fatto avrebbe fatto infuriare Furchì, portandolo ad accusare Altana e quindi a minacciarlo, sempre più spesso, con espressioni che vanno dal “Ti scanno” al più esplicito “Ti faccio fare la fine di Musy”. Dal canto suo, Furchì ha ascoltato in silenzio tutti questi passaggi. Il pm ha acquisito la documentazione, anche se – per il momento – solo “a scopo valutativo”.

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