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Lavoro

La De Tomaso diventa cinese, la produzione via dall’Italia

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DE-TOMASOLa De Tomaso diventa un’azienda cinese. La società Ideal si è aggiudicata questa mattina il marchio della storia casa torinese per un milione e 50 mila euro. Questo il risultato della seconda e a questo punto definitiva asta pubblica svoltasi in tribunale a Torino. La Ideal ha superato l’offerta dei concorrenti, la cordata italiana Eos. Le prime dichiarazioni dell’avvocato Gianpaolo Sansi, rappresentate legale italiano della società non sono per nulla rassicuranti: “Produrranno auto in Cina, la società ha sede legale alle Isole Vergini e sede operativa a Hong Kong e si occupa di produrre vetture per uso privato”. Delusione per i lavoratori che ora temono per il proprio futuro. Federico Bellono, della Fiom, ha commentato: “E’ una sconfitta per il territorio piemontese: le responsabilità sono delle istituzioni che non hanno tutelato il marchio e che adesso si devono assumere delle responsabilità per la ricollocazione degli operai. Ci aspettiamo una convocazione dalla Regione con cui si deve ripartire con il discorso per la collocazione dei dipendenti”. Giuseppe Anfuso, di Uilm Torino: “Con la vendita di oggi si conclude una vicenda cominciata male e finita peggio, di cui gli unici a pagare il prezzo sono i lavoratori che vedono sfumata la possibilità di tornare a produrre auto nel torinese. Spiace che professionalità come quelle dei dipendenti De Tomaso, ex Pininfarina, non vengano utilizzate. Ancora una volta l’imprenditoria italiana si è fatta scappare, a nostro avviso, una grande opportunità”.

Questa invece la dichiarazione di Sergio Chiamparino: “Quella di oggi non è certo una buona notizia, perché lascia di fatto senza risposte il problema dei lavoratori e del futuro produttivo di questa realtà industriale. Stiamo già organizzando per la prossima settimana un incontro con le associazioni sindacali e l’Unione industriale di Torino per capire se c’è un modo per garantire possibilità di lavoro a quanti degli 800 lavoratori De Tomaso non riescano ad accedere agli ammortizzatori sociali. Vogliamo assolutamente evitare lasciare le famiglie sul lastrico”

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