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Cultura

Compassion: istruzione e speranza per garantire un futuro ai bambini che soffrono la fame

Redazione Quotidiano Piemontese

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Combattere la povertà e la fame nel mondo. Una missione che, spesso, più che un obiettivo sembra un’utopia, più che una speranza sembra un sogno. Per capire che, invece, povertà e fame si possono combattere e pure sconfiggere, bisogna andare alla radice dei problemi, scavare a fondo e sforzarsi di comprendere. Studiare quali sono i reali fattori che in una data zona del mondo causano queste due piaghe sociali che mettono in ginocchio intere nazioni, riflettere sulla fattibilità di progetti che possano aiutare queste popolazioni, metterli in atto e mettere dunque in moto l’enorme macchina organizzativa che sta dietro a questi progetti umanitari, è un lavoro difficile quanto importante. Un lavoro che, Compassion, svolge con amore ed esperienza da oltre sessant’anni. Questa organizzazione internazionale è nata infatti nel 1952 in Corea del Sud; oggi ha vari uffici europei che operano in collaborazione con la sede centrale degli Stati Uniti. È impegnata in 26 Paesi fra Africa, Asia e America Latina e in Italia è attiva dal 1994 con la sede che si trova a Torino.
Ciò su cui Compassion si focalizza maggiormente è l’organizzazione e la gestione delle adozioni a distanza. “Adottare un bambino a distanza – spiega Rino Sciaraffa, responsabile area nord – significa cambiare il destino della sua vita, ma non solo: significa dare un futuro alla sua famiglia, alla sua generazione e potenzialmente anche al suo paese”. Si, perché la filosofia del lavoro di Compassion si basa su un concetto molto importante: la povertà è prima di tutto un fattore culturale e sociale, non strettamente dipendente dall’economia di una nazione. Quindi, per poter sperare di combattere questo problema, la soluzione è puntare sull’arma più potente e vincente che si sia: l’istruzione e la cultura. “Adottando un bambino a distanza tramite Compassion – prosegue Rino Sciaraffa – gli si garantisce la partecipazione al programma organizzato dall’associazione stessa, che segue giovani dai 3 fino ai 22 anni. I bambini sono così indirizzati allo studio e possono crescere con una vera istruzione, fattore che può letteralmente cambiare la loro vita in meglio”. Compassion è un’organizzazione che si fonda innanzitutto sul messaggio del Vangelo e per questo lavora a stretto contatto con le chiese cristiane locali dei vari paesi in cui è impegnata. Grazie al lavoro degli operatori sul posto, i ragazzi sono invogliati a instaurare e mantenere un rapporto affettivo e di contatto, tramite lettere, con i loro sostenitori.
“I bambini che nascono in luoghi di estrema povertà – conclude Sciaraffa – hanno bisogno di cibo e di cure mediche, ma anche di amore, speranza e della presenza di Dio nelle loro vite, per comprendere che nonostante la loro difficile situazione per loro c’è un futuro realizzabile. I loro sogni possono diventare realtà”.

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