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Asti

190 milioni di euro l’anno: il gioco d’azzardo è un business nella provincia astigiana

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un giro d’affari che ammonta a 190 milioni di euro l’anno, una cifra impressionante. E tutto in una sola provincia, quella di Asti. Grazie a cosa c’è questo gran giro di denaro nell’astigiano? Grazie al gioco d’azzardo. Una vera propria malattia, potente e pericolosa quanto una droga. Il gioco d’azzardo è una droga. Molte persone buttano via le loro vite e distruggono intere famiglie, a causa dei debiti e della dipendenza dal gioco. Si calcola che in Piemonte siano oltre 1250 le persone affette da questo problema, che già nel 1980 fu riconosciuto come patologia. Oltre la metà dei dipendenti dal gioco d’azzardo vive sotto la soglia della povertà e questo è un dato che fa riflettere.

Per lo Stato un bel guadagno: 8 miliardi l’anno. Nella provincia di Asti, dopo il caso di Pasquale Folletto, l’assassino di Maria Luisa Fassi, vittima di una dipendenza patologica da slot e gratta e vinci, il tema gioco d’azzardo torna d’attualità. Il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo afferma che il suo Comune non sottovaluta affatto la gravità del gioco d’azzardo e nello scorso Consiglio comunale è stata approvato l’ordine del giorno di Enrico Panirossi e Michele Miravalle sulla creazione di una consulta permanente che avrà il compito di studiare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico e le azioni preventive pertinenti. Ci si impegna dunque a promuovere iniziative, monitorare la presenza e l’apertura di locali commerciali adibiti a giochi con premi in denaro, inviare segnalazioni alla questura, studiare la fattibilità di incentivi ai gestori che rinuncino all’installazione di apparecchi per il gioco.

 

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