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Sognando l’infinito, il libro di Paola Gianotti che racconta il suo giro del mondo in bicicletta

Redazione Quotidiano Piemontese

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Ricordate Paola Gianotti, la donna di 34 anni di Ivrea che è stata la prima italiana a portare a termine il giro del mondo in bicicletta ? Ovviamente Paola da grande sportiva quale è non sta mai ferma e ha già realizzato  le sue nuove imprese.

Paola è stata l’unica donna che ha partecipato durante l’estate alla Red Bull Trans­-Siberian Extreme una gara di ciclismo estremo  di  9.200 chilometri km da Mosca a Vladivostok in 14 tappe da 300 a 1.400km che attraversava  5 zone climatiche,  7 fusi orari.

Il video della Red Bull Trans­-Siberian Extreme

La seconda è il libro dal titolo Sognando l’infinito, edito da Piemme che racconta l’avventura del suo viaggio in giro per il mondo con la sua bicicletta.

E’ quando si corre da soli che si percepisce ogni parte del corpo, il respiro affannoso, le gambe che spingono sui pedali. Impari a entrare in sintonia con gli elementi: il vento, amico quando è a favore e ti fa sentire un campione, nemico quando è contrario e ti rende vittima. La pioggia, che gocciola dal casco e ti batte il ritmo sulle cosce, la scia delle ruote che taglia le pozzanghere. La bici ti insegna a gestire le emozioni, la tentazione di fermarsi, di arrendersi, ad affrontare la lotta con se stessi.
Sulla strada sei tu e la tua bici, puoi far conto solo sulla tua tenacia per sopportare il dolore e le salite. E per gustarti il piacere della fatica, sembra un controsenso ma è così, perché come nella vita, dalla fatica di un traguardo irraggiungibile, di una tappa interminabile nasce la soddisfazione.
Quando sono partita per fare il giro del mondo in bicicletta, tra i tanti che mi chiedevano: «Ma come farai a fare tutti quei chilometri?», c’ero anch’io. 144 giorni, dalle 12 alle 14 ore quotidiane, al freddo e al caldo, per un totale di quasi 30.000 chilometri. Non sapevo nemmeno io come avrei fatto. Sapevo che volevo inseguire il mio sogno e che il corpo segue la mente. Una cosa che ho imparato dalla bici è che i limiti sono solo mentali. Non sono Wonder Woman e ho avuto anche fortuna, ma ormai ho coniato il mio motto: quando non sai cosa fare, pedala. Funziona, anche per fare il giro del mondo.

 

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