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Deposito Nazionale : il Piemonte rischia di diventare la pattumiera delle scorie nucleari italiane, anzi lo è già

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L’Italia è l’unico paese dell’Ue, con Portogallo e Grecia, che non si è ancora dotato di un deposito nazionale per le scorie nucleari e radioattive.  Sogin, la soci?età responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha lanciato nell’estate una campagna informativa sul progetto del Deposito Nazionale, l’infrastruttura dove saranno sistemati i rifiuti radioattivi italiani. Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia.

Insieme al Deposito Nazionale sorgerà un Parco Tecnologico, nel quale saranno avviate attività di ricerca  sulle nuove metodologie di gestione dei rifiuti radioattivi e su tecnologie di interesse per il territorio che ospiterà il Deposito Nazionale che  sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 40 dedicati al Parco Tecnologico.

https://www.youtube.com/watch?v=3lb7FxcPjWE

Si stima un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro per la realizzazione, circa 1.500 occupati l’anno per quattro anni e 700 posti di lavoro per la gestione.

Il passo focale per la scelta del sito per il Deposito Nazionale è la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale. In questi giorni dopo la presentazione alla commissione parlamentare sui rifiuti della relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse. è stata diffusa una cartina realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della pericolosità sismica del territorio italiano.  Circa il 70% del territorio italiano viene escluso dal possibile insediamento per via della sismicità o per i rischi idrogeologici. Rimane disponibile solo una porzione di territorio molto modesta in cui il Piemonte sembra essere la regione con maggiori potenzialità di insediamento.

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Il Piemonte a sua volta è la regione italiana con maggiore concentrazione di  centri che producono o detengono rifiuti radioattivi come si può notare dalla cartina con la centrale in dismissione di Trino Vercellese, gli impianti per il trattamento dei rifiuti radioattivi di Saluggia e Bosco Marengo, il centro di Servizio Integrato di Campoverde , i centri di ricerca del Deposito Avogadro e il Sorin Site Management.
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Il Piemonte ha un basso rischio sismico, ma molti degli impianti esistenti contenenti rifiuti radioattivi sono vicini alla falda acquifera e a grossi bacini di acqua come le risaie e i fiumi e canali della pianura Padana.  Saluggia e Trino sono collocati tra il fiume Dora Baltea e i due canali Cavour e Farini. Quindi si tratta già di condizioni a rischio.

 Il Piemonte rischia di diventare la pattumiera delle scorie nucleari italiane ? O forse lo è già dato che  ospita oltre il 90% di tutti i materiali radioattivi esistenti in Italia. 

“Il Piemonte è già da cinquant’anni il deposito nazionale che il nostro Paese ha deciso di darsi, in modo del tutto improprio e a massimo rischio”.

Queste le parole inquietanti che ci riferisce Gian Piero Godio presidente di Legambiente Vercelli. In attesa della pubblicazione dell’elenco dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale, il Piemonte non teme di diventare deposito nazionale perché “lo è già da decenni – ribadisce Godio – con il massimo rischio a causa della collocazione geografica e geologica totalmente impropria”.

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