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Anci e 41 comuni piemontesi ricorrono al Tar contro la consegna della posta a giorni alterni

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Anci Piemonte e 41 Comuni del Sud Piemonte ricorrono al Tar contro la decisione di consegnare la posta a giorni alterni in buona parte della regione. La richiesta al tar del Lazio è di sospendere in via cautelare e successivamente annullare, nel merito, la delibera con cui l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha autorizzato Poste Italiane ad attuare il recapito della corrispondenza a giorni alterni.

Il provvedimento interessa dal 1° ottobre una prima fascia di territori che in Piemonte sono 90,  distribuiti nell’Alessandrino, Astigiano e Cuneese. Il maggior numero (20) di sindaci che ha sottoscritto il ricorso è dell’Alessandrino: Alfiano Natta, Balzola, Borgo San Martino, Camino, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Frassineto Po, Gabiano, Mombello Monferrato, Morano sul Po, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Villamiroglio.
Poi ci sono i 12 dell’Astigiano (Calliano, Casorzo, Castagnole Monferrato, Cerro Tanaro, Grana, Moncalvo, Montemagno, Piovà Massaia, Robella, Rocchetta Tanaro, Scurzolengo, Tonco) e i 9 del Cuneese (Argentera, Demonte, Entracque, Gaiola, Limone Piemonte, Pietraporzio, Roccasparvera, Sambuco, Valdieri).

Nella delibera dell’Agcom, approvata quattro mesi fa, i legali Scaparone e Gendre ravvisano numerosi elementi di illegittimità. Anzitutto chiedono al giudice di sospendere l’atto poiché ritengono il dimezzamento del servizio postale universale “gravemente lesivo dei diritti e degli interessi delle collettività”, con il risultato di creare “Comuni di serie A e Comuni di serie B”. Questa richiesta trae origine dalla considerazione che “le misure – recita il ricorso – che riorganizzano un servizio complesso, quale è il servizio postale universale, e che interessano numerosi uffici, una volta avviate difficilmente, anche in caso di esito giudiziario favorevole, sono fatte cessare e comunque la loro rimozione dà luogo a disagi, specie per l’utenza”.
Nel merito, venendo agli aspetti di illegittimità sollevati, si fa tra l’altro presente al Tar che “i criteri stabiliti dal provvedimento impugnato non individuano affatto Comuni aventi ‘particolari situazioni infrastrutturali e geografiche’, le quali solo giustificano la riduzione eccezionale del servizio postale universale”.
I consulenti legali dell’Anci Piemonte, inoltre, sostengono che “la nuova conformazione del servizio postale universale viola il principio di proporzionalità alla stregua del quale l’amministrazione deve assumere la decisione migliore con il minor sacrificio possibile per gli interessi privati” e segnalano che sulla delibera di Agcom, che autorizza “uno stravolgimento del servizio universale”, manca il pronunciamento obbligatorio della Commissione Europea.

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