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Accesa polemica nel PD fra Mercedes Bresso e Stefano Lepri sulle unioni civili

Redazione Quotidiano Piemontese

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Come era previsto si sta creando un animato dibattito sui temi delle unioni civili  all’interno del PD che non si presenta unito sul tema anche a livello locale. In particolare c’è stato un aspro scambio di lettere a mezzo web fra Mercedes Bresso e Stefano Lepri, dopo l’appello dell’ex presidente della Regione Piemonte  a favore delle unioni civili. La risposta di Lepri definisce tracotante la proposta di Bresso.

La lettera di Mercedes Bresso 

Illustri Parlamentari, nei prossimi giorni vi troverete protagonisti di un momento importante per il nostro Paese, ovvero la possibilità di uscire dal Medioevo ed entrare finalmente a far parte di quegli Stati in cui tutti i bambini e tutti coloro che fanno parte di una famiglia potranno essere tutelati, grazie al voto favorevole al ddl “Disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili”. Mi rivolgo in particolare al Senatore Stefano Lepri, perché conosco la sua sensibilità al tema della famiglia e immagino che sicuramente avrà apprezzato, come ho fatto io, le parole di Papa Francesco che recentemente ha affermato “il nostro stile di vita sia colmo di pietà, empatia e compassione”.

E chi se non i bambini possono essere i principali soggetti della nostra empatia? Bambini che come politici abbiamo il dovere di tutelare e che non possiamo punire perché appartenenti ad un nucleo famigliare che qualcuno giudica “sbagliato” perché diverso dal proprio. Non si può prendere a scusa situazioni di cui non solo non vi è traccia nel ddl, ma che sono illegali in Italia, come la surrogazione di maternità per votare contro ad un atto che va a coprire un vuoto legislativo.

Oggi – ed è inutile negarlo – in Italia esistono persone di serie B che non hanno il diritto di assistere in ospedale la persona che amano e che non hanno alcuna tutela giuridica e fiscale in caso di morte del partner, pur avendo gli stessi doveri di tutti gli altri. Mi appello a voi affinché votiate a favore non perché i giudici di Strasburgo hanno già condannato l’Italia per inottemperanza all’obbligo positivo di dare attuazione ai diritti fondamentali alla vita privata e alla vita familiare delle coppie dello stesso sesso, ma per tutte quelle famiglie a cui per troppo tempo sono stati negati dei diritti.
Mercedes Bresso, deputata al Parlamento Europeo – S&D

La risposta di Stefano Lepri

Mercedes Bresso, con la consueta tracotanza anche grazie alla quale abbiamo perso le elezioni del 2010, mi ha invitato a votare a favore delle unioni civili, definendomi paleolitico e medioevale. Non sono sorpreso dal tono ma, conoscendo la sua intelligenza, dalla pochezza degli argomenti avanzati e dalla sottovalutazione delle questioni aperte.
Nessuno, infatti, nel Pd ha mai messo in discussione la necessità di arrivare a riconoscere i diritti degli omosessuali come coppia. Nessuno ha mai detto – come buona parte delle gerarchie cattoliche – che bastavano i diritti individuali. Si sono invece poste questioni vere sui bambini: il desiderio di generare e crescere dei figli è umanissimo, ma tale attesa può trasformarsi in pretesa, e quindi in diritto?
Detto diversamente, quel desiderio si scontra con le attese dei minori che, con la maternità surrogata, e in misura minore con la fecondazione eterologa, vedono ridursi o cancellati i diritti primi, essenziali e indiscutibili. Un bambino che cresce in una coppia omosessuale grazie alla stepchild adoption potrà certamente essere riempito di affetto ed educato al meglio ma – di regola e non come eccezione – non ha la certezza della sua identità biologica; non ha entrambi i genitori biologici come genitori legittimi; non ha un padre e una madre che lo crescono, bensì due padri o due madri legittimi; non ha (se vive con due padri) il conforto della madre che l’ha generato, ma solo la sua nostalgia.
So che chi ha sempre teorizzato che la natura possa essere piegata ai voleri dell’uomo non si pone la questione, ma altri legittimamente (lo ha riconosciuto Renzi come segretario del Pd) invece sì. Per questo proponiamo di estendere l’applicazione delle pene già previste in Italia anche a chi pratica all’estero 
la maternità surrogata; di riconoscere (con l’affido rafforzato) la piena funzione genitoriale al partner non genitore, senza tuttavia parificare su questo punto la coppia omosessuale a quella eterosessuale.
Sapremo discutere e fare sintesi, ma non accetto di relegare tali questioni a residui del passato. Se fosse così (ma informo Bresso e altri che nel PD così non è), io volentieri resto all’antica.
Stefano Lepri Vicepresidente Pd al Senato

Aggiornamento del 25 gennaio 2016: Mercedes Bresso ha a sua volta risposto a Lepri

Gentile Senatore Lepri, leggo sulle colonne di Repubblica la replica alla lettera che ho scritto a tutti i parlamentari in merito alle Unioni civili. L’argomento è troppo serio e delicato perché si possa trasformare in una inutile diatriba tra noi due, e certo non mi permetto di dare giudizi sulla sua persona come ha fatto lei con me. Io mi sono limitata a porre il problema del diritto dei bambini davanti a quello dei principi a cui lei, come sempre si ispira.

Ma dato che tra poco andrà a votare un ddl molto importante ci tengo a farle alcune precisazioni. Ho letto con molta attenzione il ddl, ma non vi è traccia della fecondazione eterologa o della maternità surrogata (che rimangono illegali in Italia) a cui lei fa riferimento. Per quanto riguarda la stepchild adoption non è equiparabile ad un’adozione tradizionale ed è in vigore in Italia dal 1983 (L.184 del 1983). Dal 2007 anche le coppie non sposate possono ricorrervi.

Con l’approvazione del ddl in questione, anche partner dello stesso sesso – dopo aver ottenuto il consenso del genitore biologico e l’approvazione del Tribunale – potranno usufruire di questo istituto già esistente. Non si può votare contro i diritti di alcuni bambini dicendo che lo si fa nel loro interesse. Lei sarà pure un uomo all’antica, ma il Paese sabato riempiendo le piazze ha dimostrato di essere fuori dall’800.

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