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Cronaca

Processo Thyssen, il pg della Cassazione chiede di annullare le condanne. Rabbia dei familiari delle vittime

Redazione Quotidiano Piemontese

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Annullare le condanne e procedere a un processo ter per il rogo alla Thyssen Krupp. E’ la richiesta del pg della Cassazione. I familiari delle vittime del rogo scoppiato a Torino tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, nonostante la richiesta del pg della Cassazione di disporre un nuovo processo nei confronti dei sei imputati (questa è la seconda Cassazione) continuano a sperare che stasera la Suprema Corte possa dare una risposta definitiva. “Mi è rimasto ancora l’ottimismo di potermene andare via da qui stasera con una sentenza definitiva”, spiega Antonio Boccuzzi, uno degli operai che sopravvisse al rogo e tra i primi a soccorrere i compagni di lavoro, oggi deputato del Pd.

Boccuzzi riportò gravi ustioni al volto e oggi in Cassazione ha dovuto sostenere moralmente colleghi e familiari delle vittime, chiedendo loro di non perdere le speranze nonostante la richiesta del pg Paola Filippi (“solo dieci minuti di requisitoria asettica, senza nemmeno un riferimento alle vittime, ma come si fa?”, dice) di disporre un nuovo appello.

“La Procura – spiega Boccuzzi – ha fatto un ragionamento tecnico spiegando che il ridimensionamento delle pene calcolato nell’appello bis non rispetta il dettato della Cassazione. Il tema vero non è tanto un eventuale ridimensionamento delle pene. Sarebbe drammatico un nuovo appello. Dopo otto anni e mezzo di processi e di lunghe attese, ti aspetti che la giustizia metta la parola fine. E’ un atto dovuto e io coltivo la speranza che questo possa avvenire stasera”.

La Procura di piazza Cavour stamani ha chiesto un nuovo appello che a questo punto sarebbe il terzo. Un nuovo appello nei confronti dei sei imputati Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Daniele Moroni, Giuseppe Salerno, Cosimo Cafueri. In seguito all’incendio, scoppiato nel 2007 alle fonderie Thyssen di Torino morirono gli operai Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone. Boccuzzi riuscì a salvarsi.

“Alle richieste della Procura – racconta ancora il sopravvissuto nel rogo – in aula ci sono state proteste molto forti. Qualcuno certamente è andato sopra le righe ma questa è vera disperazione. Ci sono mamme e sorelle che hanno perso i loro cari e che si sono sentite dire che c’è bisogno di un altro grado di giudizio. Siamo umani”.

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