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Alessandria

Dito tagliato a neonato in ospedale, il Nursid di Alessandria denuncia situazione insostenibile

Redazione Quotidiano Piemontese

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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo un comunicato del Nursid di Alessandria, il sindacato delle professioni infermieristiche, relativo al caso della neonata a cui è stata tagliata la falange di un dito in ospedale nel tentativo di togliere una garza.

In questi giorni nel mondo della sanità alessandrina non si fa altro che parlare del clamoroso caso dell’operatrice sociosanitaria che nel tentativo di rimuovere una garza ad una neonata, ha per sbaglio reciso un pezzo di dito all’infante.

La vicenda si è presto trasformata in un caso mediatico di livello nazionale, ma dietro a quest’episodio, come denuncia l’RSU Nursind di Alessandria (sindacato delle professioni infermieristiche) vi è lo specchio delle drammatiche criticità del dipartimento materno-infantile di Alessandria.

Sebbene l’accaduto sia sicuramente gravissimo, va detto però che da tre anni a questa parte la situazione in ginecologia è drammatica, tutto questo a causa della chiusura dei punti nascita intorno ad Alessandria che ha di fatto portato in un solo anno al raddoppio del numero di parti in ospedale, situazione già di per sé insostenibile che è diventata cronica a fronte dei piani di rientro che non hanno previsto assunzioni durante lo stesso periodo di tempo.

A fronte delle gravi carenze di organico che hanno portato ad un sovraccarico di lavoro che perdura ormai da tempo, divenendo insostenibile per gli operatori sanitari, la stessa RSU in accordo con la Direzione dell’ASO ha riconosciuto un bonus in denaro da suddividere tra il personale per il disagio dovuto alle criticità del sistema negli ultimi anni. La situazione di emergenza dovuta alle condizioni lavorative non semplici di infermieri, OSS ed ostetriche era quindi chiara e conosciuta da tutte le categorie, ed il rischio d’errore era facilmente prevedibile ed immaginabile.

A testimonianza della difficile situazione dovuta alla carenza di personale e all’accumulo di lavoro che è aumentato lungo tutto il percorso della nascita (dalla ginecologia ostetricia, alla sala parto, sino sala operativa, al nido e anche alla terapia intensiva neonatale), il numero residuo altissimo di ferie non usufruite dagli operatori sanitari, oltre a situazioni inaccettabili quali la sola presenza di tre ostetriche in organico, periodi lavorativi sino a 12 ore e la mancanza di personale per gestire al meglio in terapia intensiva neonatale un caso eccezionale come il parto plurigemellare.

Nursind denuncia quindi come a fronte della decisione di chiudere i punti nascita non si sia presa in considerazione l’inevitabile conseguenza dell’aumento del lavoro per i reparti dell’ospedale alessandrino direttamente interessati, il che ha di fatto generato questa serie di criticità.

Per Nursind è quindi necessario intervenire immediatamente con misure efficaci che fronteggino la carenza di personale, assumendo in primis nuovi operatori sanitari in maniera da evitare l’orma insostenibile carico di lavoro che si trova a fronteggiare ogni giorno il personale sanitario alessandrino ed in modo da garantire un servizio migliore e soprattutto sicuro per l’utente, evitando così nuovamente in futuro di commentare fatti di questa gravità.

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