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Piemonte

Piero Fassino resterà a Torino a fare opposizione o tornerà a fare a tempo pieno il dirigente del PD ?

Redazione Quotidiano Piemontese

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Piero Fassino, dopo la sconfitta alle elezioni amministrative a Torino ha garantito la sua presenza all’opposizione in Sala Rossa. Come molti prevedevano pero il vento della politica nazionale potrebbe portare l’ex sindaco di Torino a incarichi lontani dalla città della Mole nel PD.

Secondo Dagospia

Più complicata la gestione dei casini che al premier cazzone arrivano da Franceschini. Tutti sanno della cena tra il ministro dei Beni culturali e Piero Fassino alla vigilia della direzione del Pd. Pochi sanno quel che Dario ha offerto a Piero: la segreteria del partito. “Piero saresti l’uomo di garanzia”.

Sarebbe stata la Boschi a rivelare i retroscena della cena a Renzi. Mariaetruria non stima (eufemismo) Franceschini. Ma ancora di più disistima la pimpante moglie del ministro; sentimento ampiamente ricambiato. Ogni volta che torna a casa, Dario si sente ripetere dalla consorte, Michela Di Biase, di stare attento a Renzi. “Non ti far fregare”: è la sintesi.

Scrive lo Spiffero

Dialogante, ma ferma, la sinistra che chiede di superare l’attuale modello di dirigenza del partito e, perseguendo l’obiettivo di superare l’”inutile diarchia” con il vicesegretario unico guarda con interesse a un ritorno di Fassino “leader spendibile in molti ruoli se prevarrà la meritocrazia e non la fedeltà” al capo. Un’apertura inequivocabile quella di Damiano nei confronti dell’amico Piero, in questi giorni in pianta stabile a Roma e con un’agenda fitta di incontri che lascerebbero supporre  come qualcosa si stia muovendo.

L’ultimo segretario dei Dd, quando si candidò a Pesaro a quel ruolo, pose tra i punti fondamentali del programma il ricongiungimento tra riformismo e popolo. Oggi il Pd si lecca le ferite prodotte dalla lacerante divisione indicata dal voto. La sinistra dialogante che si pone come elemento unificatore delle minoranze guarda a Fassino. Oggi meno vicino a Renzi. Non tanto come atteggiamento critico, quanto come applicazione di quel dettato togliattiano secondo cui si governa solo stando al centro, dettame di cui Fassino è forse l’ultimo custode. A suo favore nella possibile scalata al Nazareno troverebbe anche l’ altro ragazzo di via Chiesa della Salute, Sergio Chiamparino, favorevole ad affidare la vicesegreteria ad un solo uomo e se fosse Piero, tanto meglio. Contro, tuttavia, peserebbe (e non poco) la sconfitta patita a Torino. E un perdente, sia pure con tutte le attenuanti e l’onore delle armi, per Renzi e la storytelling renziana rischia di apparire improponibile.

La lettera che campeggia sul pierofassino2016

Dopo questi anni intensi, impegnativi e stupendi, ci tengo a dirvi grazie.

Grazie per il sostegno, l’energia e la vicinanza che mi avete dimostrato:
sono stati fondamentali tanto nei momenti ordinari quanto nei passaggi più importanti.

Grazie per le critiche, i confronti e le proposte, perché anche queste sono le componenti di un rapporto, le basi di un progetto; la dimostrazione che a questo progetto ci crediamo.

Grazie, di cuore, per l’amore che avete dimostrato per la nostra città in questi anni difficili e delicati.
Anni nei quali, insieme, abbiamo comunque potuto realizzare tanto, e rendere via via più bella e forte la nostra Torino.

Grazie per avermi dato l’opportunità di servire per cinque anni la città che amo: un compito di cui sono grato e onorato, che mi ha permesso di incontrare e lavorare con persone straordinarie.

Auguro alla nostra città di continuare a crescere con il coraggio, la creatività e l’orgoglio che ha dimostrato in questi anni. Auguro a lei, e a tutti noi, di continuare ad andare avanti con questo spirito.

Ancora e sempre, per amore di Torino.