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Alessandria

Ottomila trapianti, Piemonte prima regione in Italia

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ record. Il Piemonte si attesta come la prima regione d’Italia per numero di trapianti eseguiti: 8000. Di questi, 6759 sono stati eseguiti a Torino (Molinette 6650 e ospedale Infantile Regina Margherira 109)  altri 109 combinati sempre a Torino (Molinette 106 e Regina Margherita 3) ed infine 1132 di rene a Novara.

Il record

L’ultimo è un trapianto combinato di fegato e rene effettuato il 9 luglio presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino ad un ragazzo di 15 anni affetto da una malattia che coinvolge entrambi gli organi (sindrome epato-renale) e che ha ricevuto gli organi da un coetaneo deceduto in seguito ad un trauma.

I numeri

Dall’inizio della storia trapiantologica piemontese ad oggi sono stati effettuati 4321 trapianti di rene, di tipologia anche molto complessa, come reni trapiantati in doppio, o su pazienti pediatrici molto piccoli, e comprendenti anche più di 200 trapianti di rene da donatore vivente e molti trapianti combinati con altro organo.

Numerosi sono gli interventi di trapianto di fegato, ben 2849, molti dei quali hanno richiesto abilità chirurgiche raffinate, come quelli con tecnica split (due trapianti a partire da un unico fegato suddiviso), i combinati con altro organo, quelli provenienti da donatore vivente, quelli su pazienti anche piccolissimi.

Centri d’eccellenza

Anche a livello nazionale il Piemonte è collocato in posizioni di eccellenza: i centri di trapianto di rene e di fegato occupano da sempre la prima posizione per numeri e per sopravvivenza, come pure quelli dei trapianti toracici (terzi in Italia per i trapianti di polmone), seppur con numeri più piccoli, data la minor quantità di donatori idonei per questa tipologia d’organo. I dati di sopravvivenza a 5 anni mostrano che i trapianti danno ai pazienti ottime prospettive di vita.

Numeri importanti ma non sufficienti

Il pur importante numero di trapianti effettuati non sono però sufficienti alle esigenze di coloro che aspettano un organo: il 31 dicembre 2015 erano 510 i pazienti in attesa di un trapianto di rene, 60 in attesa di un trapianto di fegato, 42 in attesa di un cuore, 30 di un polmone, 3 di pancreas.

Liste d’attesa

Valutando la lista dei pazienti che provengono da fuori regione, i pazienti non residenti in Piemonte sono il 28% dei candidati in attesa di trapianto renale ed il 50% circa di quelli in attesa di trapianto epatico. I non residenti in attesa di trapianto di cuore sono il 14% e di polmone 43%. Il Piemonte ha dunque un ottimo potere di attrazione per i pazienti non residenti in regione.

Nuovi percorsi

I nostri professionisti e l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, della terapia immunosoppressiva e di quella di riduzione del pool di anticorpi hanno consentito di intraprendere percorsi nuovi. Oggi si fanno diversi trapianti di rene da vivente: vengono valutate annualmente circa 80 coppie donatore/ricevente, ed i donatori sono in prevalenza di sesso femminile, e soprattutto donazioni da mamma a figlio o da moglie a marito. E’ stata inoltre da tempo oltrepassata, per questi stessi trapianti, la barriera della compatibilità di gruppo sanguigno, effettuando con regolarità trapianti controgruppo. Ed ancora si sono affinate le tecniche di desensibilizzazione, che, insieme a nuovi metodi di studio degli anticorpi dei pazienti, hanno consentito di portare al trapianto molti pazienti che, data la gran quantità di anticorpi anti-tessuto, avevano poche possibilità di ricevere un trapianto.

Sopravvivenza più alta

I dati di sopravvivenza a 5 anni mostrano che i trapianti danno ai pazienti ottime prospettive di vita. Ancor più se vengono scorporati i risultati degli ultimi anni, rispetto ai trapianti eseguiti in epoche meno recenti. Siamo passati, per il rene, ad una sopravvivenza dell’organo dal 59% a 5 anni dei trapianti eseguiti negli anni 80-90, all’attuale 84%. Il cuore è passato dal 65% al 70%, il fegato dal 71% al 76%, i polmoni dal 34% al 40%.

Generosità dei donatori

Dietro a questi successi, dietro a questi numeri c’è la generosità dei donatori e delle loro famiglie a cui va il primo ringraziamento. Occorre ringraziare poi i professionisti degli ospedali donativi, del Coordinamento Regionale dei Prelievi e dei Trapianti, chi coordina i trapianti, e chi segue, motiva, cura, trapianta i pazienti. Questo traguardo di eccellenza è frutto di un fantastico lavoro di squadra.

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