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La sperimentazione di radiologia a domicilio diventa un modello finanziato dalla Regione

Redazione Quotidiano Piemontese

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Radiologia a domicilio. Si chiama R@dhome e fino ad oggi è stato un progetto sperimentale gestito dal 2007, nella Città della Salute e della Scienza di Torino, dall’equipe della Radiologia 2 diretta da Ottavio Davini.

Da oggi diventa un modello finanziato in modo costante e strutturato e da declinare in tutto il Piemonte, alla luce degli ottimi risultati che ne hanno suggerito prima la prosecuzione ed ora l’estensione. Prima esperienza in Italia e tra le prime al mondo in ambito pubblico, l’obiettivo di R@dhome è garantire assistenza radiologica a persone anziane, disabili o comunque in condizioni tali per cui il trasporto in ospedale sarebbe eccessivamente difficoltoso.

Questa mattina la Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha approvato per l’anno in corso il finanziamento di 200.000 euro alla Città della Salute e della Scienza di Torino, individuata quale Centro di riferimento regionale per la radiologia domiciliare.

I pazienti cui il progetto si rivolge sono quelli affetti da:

patologie neurologiche degenerative/progressive in fase avanzata;
in fasi avanzate e complicate di malattie croniche;
patologie polmonari, cardiache, oncologiche, osteoarticolari;
pazienti sottoposti a interventi ortopedici per traumi o gravi patologie osteoarticolari;
pazienti disabili con difficoltà di movimento o non deambulanti, pazienti in condizioni di non autosufficienza, fragilità e con patologie in atto.

Il progetto R@dhome sarà esteso alla popolazione carceraria, ma avrà anche una declinazione rivolta alle attività di screening radiologico della malattia tubercolare rivolto ai migranti del programma “Triton frontex”, provenienti da paesi ad alta endemia.

Per questo specifico progetto, affidato sempre alla Città della Salute e della Scienza, che si avvale della collaborazione del SeReMi, il finanziamento è di 30.000 euro .

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