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Il 2 ottobre si commemorano i morti del trasferimento della capitale da Torino a Firenze, ma non ci sarà il comune di Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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Domenica 2 ottobre si svolgerà la cerimonia di commemorazione delle vitttime degli scontri del 21-22 settembre 1864, in seguito alla decisione di trasferire la capitale d’Italia da Torino a Firenze, per la prima volta da cinque anni a questa parte il comune di Torino non parteciperà alla commemorazione.

L’appuntamento è in piazza San Carlo, sotto la lapide commemorativa, alle ore 16.00. La commemorazione è organizzata da Gioventù Piemonteisa. Qui di seguito il loro comunicato

I gravissimi fatti di Torino – ancora oggi minimizzati o distorti – avvennero in seguito al trasferimento della capitale a Firenze, episodio che venne avvertito dai Torinesi come offensivo e quale culmine dell’attività antipiemontesista del neonato Stato italiano, che mirava a togliere al Piemonte il primato politico.

La civile protesta dei Torinesi che ne scaturì venne soffocata nel sangue dai carabinieri, dalla polizia e dall’esercito, i cui agenti spararono sulla folla a più riprese in piazza Castello e in piazza San Carlo, uccidendo cinquantadue persone e ferendone quasi duecento.

I testimoni che rivelarono la realtà dei fatti vennero eliminati; recentemente si è scoperto che diversi dimostranti arrestati furono deportati in Sudamerica e arruolati a forza per combattere nella guerra del Paraguay, dove morirono.

All’epoca la strage suscitò raccapriccio in tutta Europa, ma l’eccidio fu ben presto cancellato dalla memoria. Le commemorazioni annuali, molto condivise dalla popolazione, vennero presto abolite, e la grande stele commemorativa al Cimitero Generale sparì.

Queste invece le richieste che verranno fatte alle istituzioni piemontesi:

– La posa di una seconda lapide commemorativa sul luogo dell’eccidio in piazza Castello, in aggiunta a quella piccola collocata in un angolo nascosto di piazza San Carlo, del tutto insufficiente, se non addirittura fuorviante.

– La ricerca e il ripristino della stele al Cimitero Monumentale, ai piedi della quale per decenni si è svolta la commemorazione .

– La revoca dell’intitolazione a Marco Minghetti di due vie urbane dei Comuni di Novara e di Collegno; la nuova intitolazione alle Vittime della strage in quest’ultimo Comune e la dedica al ventiquattrenne novarese Biagio Ramellini, ucciso in quei frangenti, a Novara. Minghetti era il capo del governo all’epoca dei fatti e, a seguito di questi, essendo ritenuto fra i maggiori responsabili fu costretto dal re alle dimissioni.

– La revoca dell’intitolazione a Silvio Spaventa di un via urbana nel Comune di Novara e la sua nuova intitolazione alle Vittime novaresi della strage (il ventunenne Crescentino Caldi di Ameno e il trentenne Giuseppe Barone di Arona). Spaventa era sottosegretario agli interni e capo delle forze di polizia e fu fra i principali responsabili della strage e della concomitante campagna di calunnie nei confronti dei manifestanti.

– L’intitolazione di vie e strade alle vittime di quella carneficina, a Torino e nei Comuni di origine degli stessi.

– Le scuse ufficiali alla Città di Torino e al Piemonte da parte delle forze che furono esecutrici materiali di quella carneficina.

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