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Trovata intesa per finire il tracciato della Asti – Cuneo: si spera in una proroga della commissione europea

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo l’incontro avvenuto presso la sede di Confindustria Cuneo, tra il presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi e l’amministratore delegato della società Autostrada Asti-Cuneo Spa Umberto Tosoni, pare ci si avvicini alla sospirata conclusione dell’autostrada Asti – Cuneo. Se l’Unione Europea concederà alla società Asti-Cuneo di unificare la sua gestione con quella della Torino-Piacenza, la società completerà l’autostrada a sue spese, investendo i soldi ricavati dai pedaggi

Sull’ipotesi concordano Confindustria Cuneo e  Asti-Cuneo Spa. Per il completamento dell’opera occorre un riequilibrio del piano finanziario originario, che può essere raggiunto senza gravare sulla spesa pubblica unicamente con l’accorpamento della concessione della A33 Asti-Cuneo con la A21 Torino-Piacenza, prolungando la concessione di 7 anni e utilizzando i flussi di traffico della Torino-Piacenza per finanziare la sostenibilità dell’Asti-Cuneo e avviare immediatamente i cantieri. La proroga della concessione è attualmente all’esame della Commissione europea.

Recentemente l’Associazione Commercianti Albesi aveva definito l’Asti – Cuneo una vergogna nazionale:

Nelle ultime settimane una proposta progettuale elaborata dalla Confindustria cuneese ha smosso le acque nelle quali l’autostrada A33 si è arenata dal 2012, anno in cui sono stati effettuati gli ultimi lavori.

Vi sono poche certezze riguardo alla sorte di quest’opera fondamentale per l’intera provincia: il concessionario non ha intenzione di concluderla e lo Stato pare non disporre dei denari per intervenire direttamente e porre fine a questa vergogna nazionale, realizzando i lotti centrali mancanti, che sono quelli albesi: il lotto II.5 di attraversamento del Tanaro (già derubricato da faraonico e temerario tunnel sotto il fiume a più mite sovrapposizione con il ponte della tangenziale albese, che verrebbe adeguato) e il lotto II.6 Roddi-Cherasco, per il quale il progetto attuale contempla un tunnel a due canne e che risulta determinante per tutta la viabilità della zona, poiché ad esso si dovrà allacciare la bretella che consentirà di raggiungere il nuovo ospedale di Verduno.

La proposta del Ministero delle Infrastrutture di ridimensionare il tunnel del lotto II.6 sotto la collina di Verduno portandolo “ad una sola canna” è per l’Associazione Commercianti Albesi del tutto inaccettabile. Un territorio che attende un’autostrada degna di questo nome da 30 anni non può ammettere soluzioni al ribasso da parte del governo, dal quale ci si aspetta, invece, un progetto idoneo ed adeguato al valore sociale ed economico di quest’area, peraltro sito del patrimonio Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli (i quali, qualora esistesse un’autostrada, andrebbero segnalati a caratteri cubitali).

Nel caso in cui lo Stato non disponesse delle risorse necessarie ad una infrastruttura all’altezza del territorio, auspichiamo che venga quantomeno verificata – in tempi brevi – la fattibilità di proposte alternative, quali che siano.

 

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