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Economia

I Lavoratori del CSI Piemonte manifestano davanti alla Regione Piemonte per il rilancio dell’attività del Consorzio

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le RSU del CSI-Piemonte hanno manifestato in piazza Castello a Torino sotto la sede della regione Piemonte per richiedere un rilancio dell’attività del Consorzio e per fermare il proseguimento del dialogo competitivo, in concomitanza dell’incontro tra l’Assessore regionale G. De Santis e le organizzazioni sindacali di categoria,

Da comunicato della RSU del CSI Piemonte

I principali Enti consorziati insistono per portare a termine la procedura di dialogo competitivo finalizzata alla cessione di ramo d’azienda del CSI Piemonte, con l’obiettivo di trasferire ai privati l’intera parte produttiva del Consorzio di enti pubblici. Se questa operazione si realizzerà, in futuro la collettività piemontese pagherà di più i servizi informatici di cui usufruisce e si assisterà ad una perdita di posti di lavoro e di competenze professionali, in una città già fortemente investita dalla crisi degli ultimi anni.
Il patrimonio della informatizzazione della Pubblica Amministrazione e le banche dati pubbliche, compresi i dati sanitari e socio-assistenziali, verranno messi a disposizione degli interessi e per il profitto dei privati.
La politica piemontese non ha mai giustificato economicamente l’operazione, infatti il CSI opera con l’obbligo di pareggio di bilancio e in regime di esenzione IVA, al contrario, nel caso di privatizzazione del Consorzio, i privati (multinazionali estere ? imprese di altre regioni ?) realizzeranno profitti sui servizi utilizzati dalla popolazione piemontese !!!

Regione Piemonte risponde

La Regione Piemonte conferma l’impegno in favore di CSI per mantenere gli affidamenti in essere, costruendo le condizioni giuridico amministrative per mantenerli in prospettiva futura e in compatibilità con la riforma Madia. Viene garantita inoltre la possibilità di incrementare la richiesta di servizi al Consorzio attraverso l’utilizzo dei fondi dell’Agenda Digitale previsti dal Por Fesr. E’ quanto ha sottolineato oggi pomeriggio l’assessore alle partecipate incontrando i rappresentanti sindacali e le rsu aziendali del Csi, che avevano manifestato l’esigenza di un incontro con Regione e Città di Torino, relativamente al tema della procedura in corso di dialogo competitivo e alla possibilità di valutarne una sospensione.

Tale processo, ha precisato l’assessore, non è vincolante in relazione all’esito finale. Sarà la commissione di gara a definire quale dei progetti presentati dai privati sarà ritenuto migliore e tale proposta approderà poi in assemblea per la valutazione da parte degli altri soci, con margini di ulteriore miglioramento. Nessun impegno inderogabile quindi, ma solo la possibilità di valutare una concreta opportunità di rilancio del Consorzio in termini competitivi e di mercato, proprio a tutela delle professionalità esistenti all’interno del Csi. Al momento, non ci sono le condizioni per interrompere l’iter del dialogo competitivo. L’ente regionale, per sua parte, non può far altro che confermare l’impegno e gli sforzi per garantire una concreta prospettiva futura al Csi e soprattutto ai suoi lavoratori.

L’assessore ha infine manifestato preoccupazione per il taglio di 5,4 milioni annunciato dalla Città di Torino sugli affidamenti del 2017, cifra che ove fosse confermata non può che ripercuotersi negativamente sulla operatività del Consorzio. Quanto alla sostenibilità economica e finanziaria dell’attività del Csi, che in questo momento la Regione è impegnata a garantire, da nessuno degli altri soci sono venute, al di là delle ipotesi di taglio, concreti progetti di rilancio.

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