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Cultura

Una serata per sostenere il Folk Club, che rischia di chiudere

Redazione Quotidiano Piemontese

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Lo storico Folk Club di Torino è in grosse difficoltà finanziarie, a serio rischio chiusura. Così il sistema musicale torinese ha organizzato una serata a sostegno. Questa sera, 29 dicembre, all’Hiroshima Mon Amour, Mau Mau, Bandakadabra, Mimmo Locasciulli, Carlo Pestelli, Blu L’azard, Federico Sirianni e altri artisti si alterneranno sul palco.

Questo il comunicato che annuncia la serata:

Siccome a Torino da un po’ di tempo non ci facciamo mancare niente, è di questi giorni la notizia che il FolkClub ha problemi seri. Tanto seri da aver dimezzato il suo personale, ovvero da due a una persona. Esatto, il Folk Club, un’eccellenza nazionale della musica, conosciuta in tutta Italia è portata avanti da due persone che non riescono a farcela. Il Folk Club riesce con la sua attività forse a pagare uno stipendio standard (da Call Center per essere chiari) a una persona. E se mettiamo insieme un po’ di segni delle stelle, tipo la chiusura di Maison Musique e del Crel (Centro Regionale Etnografico Linguistico) con il suo archivio sonoro e cartaceo straordinario sempre collegati al Folk Club, il futuro è incerto per di più in uno scenario per la cultura cittadina molto complicato.
La reazione istintiva a questa notizia è stata quella di mettere in piedi subito una serata benefit, con una rappresentanza di artisti che negli anni hanno sostenuto, amato, fatto vivere il Folk Club e intendono continuare a farlo.

Questa cosa andava fatta ora. Sappiamo bene che si può fare meglio, con più tempo e cura, ma a Torino ormai siamo specializzati anche a “fare la punta al cazzo” e poi non capita nulla.
Questo “Hiroshima for Folk Club” serve a diverse cose: la prima, immediata è raccogliere soldi; la seconda è accendere i riflettori sul Folk Club e i suoi problemi; la terza è mostrare una solidarietà concreta, una coscienza del sistema culturale. In fondo la sua esistenza.
Quindi, il 29 dicembre a Hiroshima ci sono sul palco, ad ora: Mau Mau, Bandakadabra, Mimmo Locasciulli, Carlo Pestelli, Blu L’azard, Federico Sirianni e altri che andiamo ad annunciare nelle prossime ore. Poi giù dal palco trovate in vendita anche il libro+disco su Cantacronache e il libro sul Folk Club di Franco Lucà. Il tutto a 10 euro. Ditelo ai vostri cari.

Inoltre, il 29 dicembre, durante la serata benefit per il Folk Club, verrà messo all’asta il vecchio pianoforte del mitico club di via Perrone, ovviamente per raccogliere fondi in questo momento complicato. Non un’asta qualsiasi, il pianoforte di per sé è di prima qualità, trattasi di raro quarto di coda della Gotrian-Sreinweg. Ma il suo valore è ancora maggiore per gli appassionati di cimeli musicali, se pensate a chi ci ha suonato.
E’ stato al servizio del Folk Club dal dicembre 1993 al maggio 2012, e in quasi 20 anni hanno toccato i suoi tasti artisti celebri come Stefano Bollani, Enzo Jannacci, Vinicio Capossela. Vinicio ne apprezzava talmente il suono che in più occasioni si offri di comprarlo. E poi ancora Rita Marcotulli, Uri Caine, Morgan, Antonio Ballista, Luigi Bonafede, Ralph Towner, Juan Carlos Caceres, Gerardo Di Giusto, Andrea Mirò, Bugo, Francesco Baccini, Mimmo Locasciulli, JamieSaft, Roberto Cognazzo, Sergio Cammariere, Egberto Gismonti, Enrico Pieranunzi, Dado Moroni, John Taylor, Kenny Werner, Wyne Horovitz, e infiniti altri. Insomma, quei tasti trasudano storia della musica. Tutto documentato con dichiarazioni e foto: roba che se andate da Rick di “Affari di famiglia” ve lo prende subito, senza neanche chiamare gli esperti.

A parte l’appeal per collezionisti, si tratta anche di un ottimo pianoforte: nero, con tasti in avorio e diesis in ebano, due pedali e meccanica tedesca (Renner). Il numero di matricola è stato cancellato nel corso di uno dei restauri, tuttavia è presente un numero di matricola sulla meccanica (n° 36500) che induce a supporre che il pianoforte sia stato prodotto tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Il direttore del Folk Club, Paolo Lucà, precisa che “il pianoforte necessita di una moderata messa a punto, ma nel corso degli anni è stato accuratamente manutenuto e periodicamente restaurato, al punto che a tutt’oggi – nonostante la veneranda età – è certamente un pianoforte di alta qualità, anche se non più adatto all’uso intenso di una sala concerti da 60 eventi l’anno. Per questa ragione, nel 2012 abbiamo deciso (non senza dolore) di ‘pensionare’ il nostro glorioso Grotrian-Steinweg in favore di un pianoforte totalmente nuovo che ne diventasse, col tempo, degno erede”. La base d’asta non è ancora stata fissata.

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