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Individuata l’area per il mercato di libero scambio di Torino, Barattolo sarà tra le vie Varano, Carcano, Ravina, Nievo e Poliziano

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sarà l’area di proprietà comunale – compresa tra le vie Varano, Carcano, Ravina, Nievo e Poliziano – a ospitare, a partire da domenica 23 aprile, Barattolo, la nuova progettualità dedicata al libero scambio.

Successivamente, se possibile entro la fine di maggio, Barattolo sarà allargato anche alle attività del sabato che si svolgono al Canale Molassi.

Saranno disponibili al massimo 400 stalli, in un primo momento ospitati nello spazio interno a via Carcano e nella via prospicente e, successivamente, dopo la rimozione di un deposito di materiali lapidei, sarà liberata la strada per inserire tutti gli stalli nello spazio interno.

Lo ha deciso questa mattina la Giunta comunale.

Quanto incassato dalla Città attraverso il pagamento del canone per la concessione del suolo pubblico, richiesto agli operatori di “Barattolo”, (detratte le spese per la raccolta rifiuti sostenute dall’associazione Vivibalon, che gestisce il mercato) servirà a effettuare interventi di riqualificazione nella zona, incrementando l’offerta di strutture sportive e ampliando le aree verdi a disposizione dei cittadini.

“Con l’approvazione di questa delibera – ha affermato Marco Giusta, assessore alle Politiche per l’Integrazione della Città di Torino – il mercato di libero scambio ha regole chiare e spazi definiti. Una soluzione attesa e necessaria per contrastare abusivismo e illegalità e assicurare a operatrici e operatori un luogo idoneo allo svolgimento delle loro attività.

Il trasferimento di Barattolo nella nuova zona, che risponde ai criteri di bassa densità abitativa ma alta accessibilità con i mezzi pubblici – ha concluso Marco Giusta – rappresenta un’opportunità di riqualificazione e valorizzazione. Le novità di Barattolo, inoltre, i controlli incrociati con la Guardia di Finanza su operatrici e operatori, la prenotazione anticipata così da evitare la ressa di primo mattino, e regole stringenti sulla provenienza degli oggetti, sono frutto del lungo lavoro di uffici, associazioni e cittadinanza negli ultimi mesi e rispondono alle precise richieste di miglioramento delle attività di libero scambio”.

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