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Ambiente

Cinemambiente, il programma del 4 giugno #CA20

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le proiezioni della giornata festiva, densissima di appuntamenti, si aprono, nel primo pomeriggio con la sottosezione del “Panorama cortometraggi” “Si può fare” (ore 15.15, Cinema Massimo 1), che, in linea con l’orientamento positivo e propositivo di quest’edizione, è riservata ai piccoli film che documentano buone pratiche, esperienze positive e strategie attuabili per superare situazioni emergenziali sotto il profilo sociale, economico o ambientale.

Sempre nel primo pomeriggio, in cartellone l’appuntamento speciale “Superottimisti – La città vista attraverso il cinema di famiglia” (ore 15.30, Cinema Massimo 3). Curato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema, l’evento sarà un’occasione per restituire ai donatori le copie digitali delle pellicole private raccolte negli ultimi mesi all’interno del progetto di recupero della memoria storica audiovisiva della Circoscrizione 7. Una selezione delle pellicole, curata da Giulia Carbonero e Giulio Pedretti dell’Archivio Superottimisti, racconterà la trasformazione della città documentando, attraverso immagini quotidiane (gare ciclistiche, bambini che giocano e che crescono, matrimoni e feste, vacanze ecc.), i cambiamenti sociali e urbanistici dei quartieri Aurora, Vanchiglia, Sassi e Madonna del Pilone.

La proiezione si avvarrà di una sonorizzazione unica: sarà infatti accompagnata dal vivo dall’esibizione della Piccola Orchestra della Scuola Media Rosselli, composta da venticinque studenti dell’istituto torinese coordinati da Luca Boggio e Giuseppe Giurato.

Ancora nel pomeriggio, in cartellone per il concorso internazionale One Hour il mediometraggio di produzione spagnola Intraterrestrial. A Fleeting Contact (ore 16.15, Cinema Massimo 1), diretto dagli antropologi Alexander e Nicole Gratovsky, fondatori del centro internazionale non governativo Dolphin Embassy. Come l’attività generale del centro, il documentario s’impronta all’assunto che i delfini, rappresentando con le balene la più antica forma di coscienza sulla Terra, hanno abilità e comportamenti in grado di fornire lezioni di estrema importanza al genere umano. Il film esplora quindi le possibilità di interazione tra uomo e delfino, alla ricerca di un contatto e di un dialogo tra i loro due mondi. Alla proiezione seguirà l’incontro con i due registi.

È la storia di un cambiamento riuscito il mediometraggio italiano presentato nella sezione Panorama, Ostana viva, viva Ostana (ore 17, Centro Studi Sereno Regis). Diretto da Elisa Nicoli, il film racconta il processo con cui, grazie al lavoro lungimirante delle amministrazioni locali, l’insieme delle borgate di Ostana affacciate sul Monviso, nella provincia di Cuneo, un tempo in stato di abbandono, è stato via via ripopolato ed ora è pienamente rivitalizzato dall’arrivo di nuovi abitanti stanziali. La proiezione sarà seguita dall’ecotalk Alla scoperta della green society. L’appuntamento, che prende il titolo dall’omonimo libro di Vittorio Cogliati Dezza edito nell’ambito del consueto rapporto annuale di Legambiente e presentato in anteprima al Festival, offre spunto per indagare un fenomeno ancora liquido e sfuggente alle statistiche ma ormai riconoscibile come tendenza. In questi anni si sta, infatti, assistendo a una crescita progressiva, lenta ma inesorabile, di indicatori economici e sociali che segnalano un aumento di scelte e comportamenti ecosostenibili, frutto spesso di una sinergia tra privati e pubbliche amministrazioni, ma talora anche di iniziative nate dal basso, da singoli o associazioni di cittadini: dalla diffusione delle energie rinnovabili, della raccolta differenziata o del riuso, all’incremento della produzione del biologico, della mobilità condivisa e sostenibile, del turismo responsabile. Il rapporto di Legambiente, il primo dedicato in Italia all’analisi del fenomeno, attesta che il cambiamento c’è e ha già sedimentato pratiche sociali innovative in svariati luoghi della Penisola. Ne sono testimonianza le 101 storie di green society riportate nel volume, una selezione delle quali sarà raccontata in pillole al Festival direttamente dalla voce dei protagonisti. Partecipano all’incontro responsabili ed esponenti di Programma Housing della Compagnia di San Paolo, Alveare che dice sì!, Triciclo, Orti Alti, Cà Mariuccia, Cooperativa, Cooperativa Ventuno.

Ancora nel pomeriggio, un altro appuntamento con uno dei temi ricorrenti di quest’edizione, di cui si occupa specificamente il film Océans, le mystère plastique (ore 17.30, Cinema Massimo 3). Diretto dal regista francese Vincent Perazio, il mediometraggio pone inquietanti interrogativi. A partire dal dato che solo l’1% della plastica fluttuante nei mari raggiunge le spiagge o rimane intrappolata nei ghiacci artici, che fine fa il restante 99%? Non essendo biodegradabile, la plastica non scompare, ma si frantuma nel mare in microparticelle invisibili, tossiche, che stanno costituendo un nuovo ecosistema: la plastisfera. Con quali conseguenze per l’habitat e gli organismi marini e con quali ripercussioni sulla catena alimentare e sul suo anello finale?

Affronta invece il problema drammatico del land grabbing il lungometraggio presentato, nel secondo pomeriggio, nella sezione competitiva internazionale Silent Land – The Fight for Fair Food (ore 18, Cinema Massimo 1). Nuovo lavoro di Jan van den Berg, cineasta e antropologo da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente e dei diritti civili, il documentario ricostruisce la vicenda di Seng Channeang, piccola produttrice cambogiana di riso biologico che vede il suo lavoro e il futuro della sua famiglia minacciati dalle appropriazioni terriere dei grandi produttori agricoli del Paese. Nella sua esemplare resistenza durata quattro anni, la giovane donna, decisa a realizzare il sogno della creazione di una cooperativa agricola nel suo villaggio, non rinuncerà mai a dar battaglia, arrivando anche a confrontarsi direttamente (e a trovare un compromesso) con Mong Reththy, il tycoon dell’industria agro-alimentare cambogiana. La proiezione sarà seguita di un incontro con Sandra van den Berg.

Nei vent’anni di vita di CinemAmbiente molte cose sono cambiate e il Festival non esita a ospitare film che rivedono in modo critico paradigmi ambientalisti nel tempo sviluppatisi in modo più negativo che positivo. È il caso del film italiano in concorso L’occasione bruciata. Quando la bioenergia fallisce (The Burning Issue – When Bioenergy Goes Bad, ore 20, Cinema Massimo 3), drastica rivisitazione del sogno di un’energia rinnovabile e pulita, ricavata da materie organiche, con cui in Europa ci si era immaginata la possibilità di un futuro eco-sostenibile. Firmato dal giornalista Luca Bonaccorsi, il film è un viaggio nella malagestione della produzione di una bioenergia di fatto diventata “insostenibile” (causa, per esempio, di distruzione insensata di foreste e di utilizzi impropri di colture alimentari), in cui dalla Russia all’Italia, passando per la Germania e la Romania, emergono irregolarità, corruzione e paradossi responsabili di aver trasformato una soluzione in un problema. Al termine della proiezione incontro con il regista, il giornalista Alessandro De Pascale e Silvana Dalmazzone, docente di Economia Ambientale all’Università di Torino.

In prima serata, in cartellone il lungometraggio in concorso Machines (ore 20.30, Cinema Massimo 1) del regista indiano, statunitense d’adozione, Rahul Jain. Insignito all’ultimo Sundance Film Festival del Premio speciale della giuria per la miglior fotografia, girato a Surat, la cosiddetta “Manchester dell’India”, metropoli oggetto di un’industrializzazione vasta quanto deregolamentata, il film entra in una delle tante industrie tessili della città per raccontare dall’interno le storie e le condizioni di vita degli operai, molti migranti, che vi lavorano a ritmi incessanti, in spazi angusti in cui uomini e macchine paiono fusi insiemi. Discesa nel mondo ottenebrato e ottenebrante delle nuove povertà e del nuovo modello di fabbrica nelle economie emergenti, il film documenta i costi umani della produzione di massa nel mondo globalizzato ed è occasione per un incontro, al termine della proiezione, dedicato ai cambiamenti del mondo contemporaneo del lavoro cui interverranno il sindacalista Giorgio Airaudo e l’ex presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.

Ancora in prima serata, il Festival dedica uno spazio a parte (ore 20.30, Blah Blah – Bar-Food- Music-Cinema) ad altri due appuntamenti con il cinema “corto”. Il primo è con “Movieletters”, il progetto, supportato anche dal London Short Film Festival e da CinemAmbiente, che affianca visivamente il Festival delle lettere. Alla scorsa edizione della manifestazione italiana unica nel suo genere, hanno concorso registi da tutto il mondo che si sono messi alla prova traducendo in linguaggio cinematografico la “Lettera al futuro della Terra” di Jane Goodall. Il Festival presenterà i 5 lavori premiati. Il secondo appuntamento è con “Film4Climate – Global Video Competition”, progetto nato nell’ambito del programma Connect4Climate del World Bank Group. All’ultima edizione del contest – diffuso anche attraverso il Green Film Network – di cui il Festival presenterà i titoli premiati, hanno partecipato giovani creativi e aspiranti registi di tutto il mondo, invitati a creare cortometraggi o brevi video promozionali dedicati all’emergenza della questione climatica partendo da riflessioni ed esperienze personali.

Sempre in serata, il Festival presenta, nella sezione Eventi speciali, l’opera collettiva Nahui Ollin, Sol de Movimiento (ore 21.30, Cinema Massimo 3), firmata da un gruppo di otto cineasti che si sono uniti per realizzare la prima produzione del Festival Cinema Planeta di Cuernavaca in Messico, membro del Green Film Network. Frutto dei loro viaggi in altrettanti luoghi del Messico, il lungometraggio documenta gli effetti dei cambiamenti climatici in uno dei Paesi con maggior biodiversità al mondo. Dalle barriere coralline, ai ghiacciai, alle foreste di mangrovia, ai fiumi, alle catene montuose, alle pianure emergono i segni inequivocabili di quella definibile come la più grande minaccia della nostra era, di cui rendono testimonianza anche gli abitanti del Paese impegnati in strategie diversificate per tentare di mitigare l’impatto del devastante fenomeno. Al termine della proiezione, incontro con Gustavo M. Ballesté ed Eleonora Isunza, co-direttori di Cinema Planeta, Festival Internacional de Cine y Medio Ambiente de México.

Il cartellone della giornata si chiude con un mediometraggio, in concorso nella sezione One Hour, che attesta quanto sia vivo, anche in altri Paesi, il dibattito sulle opposizioni dei residenti alla realizzazione di opere ad alto impatto ambientale. Diretto dall’australiano Ivan Hexter, Tunnel Vision (ore 22.30, Cinema Massimo 1) è la cronaca del movimento di protesta civile che ha contrastato la costruzione dell’Est West Link Project di Melbourne, l’infrastruttura a pedaggio di quasi 20 km destinata a collegare due autostrade situate ai margini opposti della città. Attraverso interviste ai leader della protesta e riprese girate nel corso dei 18 mesi della campagna, il film intende dimostrare come una comunità unita, pronta a smascherare la dubbia utilità di grandi investimenti a scapito del trasporto pubblico e della vivibilità, possa riuscire a far sentire con efficacia la propria voce e a sfidare grandi interessi politici ed economici

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