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Asti

Arrestato un pregiudicato di 26 anni per l’omicidio di Salvatore Ghibaudo

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Bra, su misura cautelare emessa dal Gip di Asti su richiesta della Procura Astigiana, il presunto autore dell’omicidio di Salvatore Ghibaudo, trentasettenne di Bra, disoccupato, ventiseienne, con piccoli precedenti penali.

Il suo cadavere era stato rinvenuto, attinto da un colpo di pistola al volto, in un pioppeto della periferia di Bra, il 24 giugno 2016, qualche giorno dopo la denuncia di scomparsa presentata dai suoi familiari.

Alla presenza del procuratore aggiunto di Asti Vincenzo Paone, il Comandante dei Carabinieri della Compagnia di Bra, Capitano Roberto Di Nunzio e il Tenente Alessandro Faedo, hanno illustrato in una conferenza stampa ad Asti i dettagli dell’indagine che ha portato all’arresto.

“Una lunga e meticolosa indagine – spiega il Procuratore Paone — ci si trovava alla presenza di un omicidio da ricostruire come un mosaico”.
“Alla base del buon risultato – sostiene il capitano Di Nunzio, c’è la sinergia con la Procura di Asti”. Il caso era nato il 10 giugno 2016, inizialmente come caso di scomparsa volontaria, ma dopo la formalizzazione della denuncia e l’inizio delle indagini, il 24 giugno un agricoltore di Bra si è imbattuto nel cadavere di Salvatore Ghibaudo, in avanzatissimo stato di decomposizione. L’autopsia ha escluso una prima ipotesi di malore. Un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata, ha ucciso Ghibaudo. Un omicidio maturato nell’ambiente del piccolo spaccio braidese. Dopo molte testimonianze reticenti si è arrivati a Mario Novi, “un curriculum criminale di tutto rispetto”, già in carcere a Saluzzo, sconta infatti una condanna di 3 anni e otto mesi per vari reati. Dopo aver rubato un’auto e guidato senza patente, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, aveva provocato un frontale. La sua compagna diciassettenne morì sul colpo.

I carabinieri non escludono altri coinvolgimenti nel caso.
Il Tenente Faedo ha confermato la complessità dell’indagine: “il reato è maturato in ambiente degradato ed è stato indispensabile costruire un rapporto di fiducia con i testimoni”.

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