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Brividi e maiali, intervista con Gianni Gribaudo

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Ammetto che non mi era ancora capitato di intervistare un autore che non esiste (qualche volta mi era capitato di intervistare invece un autore che è anche personaggio del suo romanzo). Nel caso di Gianni Gribaudo ci troviamo di fronte ad entrambe le cose. Perchè Gribaudo è tutt’ora lo pseudonimo di un misterioso giornalista piemontese e perchè Gianni Gribaudo è anche il nome del protagonista di Brividi e maiali, Sem Libri.

Siamo negli anni ’80, in un gelido e nevoso inverno nelle Langhe. Gianni Gribaudo è un giornalista di un piccolo giornale locale e si imbatte in una notizia potenzialmente esplosiva ma tutta da verificare. In un campo sarebbero stati trovati resti umani, nel bel mezzo di un banchetto di un allevamento a cielo aperto di maiali, che in quanto tali si sarebbero affrettati a mangiare più o meno tutto.

Gribaudo,che peraltro dovrebbe occuparsi di sport, deve indagare e tirarci fuori una notizia da prima pagina, lottando anche con le bocche cucite della polizia. Trovate qui la recensione completa del libro.

Abbiamo intervistato Gianni Gribaudo.

Mi permetterai ma dobbiamo cominciare dal principio. Com’è nata l’idea di creare uno psudonimo che è anche il protagonista del libro?

L’idea di creare uno pseudonimo è dovuta al mio primo lavoro che ha sempre a che fare con la scrittura. Il personaggio/autore Gianni usa una lingua tutta sua, una sorta di traduzione in italiano dal piemontese, condita di varie “licenze poetiche”. Incarna una sorta di maschera della Commedia dell’Arte, uno Zanni (da qui il Gianni) che vede la realtà con occhi limpidi e quindi lontano dalla retorica.

La storia invece come nasce? Campagne piemontesi, qualche decennio indietro, un sacco di freddo, un mistero, i maiali…

Riguardo alla storia, trattasi di un fatto veramente accaduto ad Asti negli anni Sessanta. Un uomo è stato ucciso, tagliato a pezzi dalla famiglia e buttato nei bidoni dell’immondizia. La presenza di maiali sul luogo della discarica abusiva è il motivo per il quale il delitto è stato scoperto (al tempo la gestione rifiuti era approssimativa e i resti venivano sversati in campi senza attenzione all’ambiente). Dunque, ciò che Gianni racconta non è invenzione. I dettagli sono stati un po’ stravolti per proteggere le persone coinvolte nel delitto che con tutta probabilità (nel caso dei figli) sono ancora vive.

Qual è il tuo rapporto con la tua terra?

Il rapporto con la mia terra è di amore sconfinato, di nostalgia ma anche di “odio”. Sono luoghi bellissimi devastati da costruzioni poco integrate dal punto di vista dell’impatto ambientale e architettonico, aree poco valorizzate, compresa la città di Asti che negli ultimi dieci anni ha perso molto del suo smalto. Per questo ho ricostruito la città degli anni Settanta/Ottanta, per nostalgia di una provincia che allora aveva la tipicità cantata da Paolo Conte, e che adesso, invece non ha più un’identità riconoscibile. E’ uno dei tanti non-luoghi per usare (anche se decontestualizzandolo) un termine dell’antropologo Marc Augè.

Gribaudo (non tu, il personaggio) è già pronto ad una nuova avventura?

Gianni ha già imbastite altre avventure di cui ho scritto i soggetti. Per ora non sono ancora sviluppate in forma di romanzo. C’è in programma una graphic novel da realizzare traendo il testo da Brividi e Maiali. Dovrebbe disegnarla un autore importante ma è ancora un segreto.

Mi diverto sempre a domandare agli autori quali attori vorrebbero che interpretassero i loro personaggi nell’eventualità di una trasposizione cinematografica del loro romanzo. Che mi dici?

L’idea è di proporre il Gianni anche come personaggio in carne e ossa, come personaggio per una serie web, ma il problema è proprio quello di trovare l’attore perché oltre alle caratteristiche fisiche deve saper parlare come il Gianni, impresa non facilissima. L’ambizione è far diventare i romanzi del Gianni dei “Camilleri” che al posto del siciliano si nutrano di piemontese. Ci proviamo.

Oh… dimenticavo l’ultima domanda: chi sei veramente?

(…)

 

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