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I nati prematuri al Maria Vittoria festeggiano (da grandi) con l’ospedale

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Oggi, 17 novembre, è la Giornata Mondiale della Prematurità: la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Maria Vittoria, che ogni anno accoglie più di 200 neonati nati prima del termine della gravidanza, celebra questa giornata con una grande festa che vede fra i protagonisti “vecchi” prematuri ormai cresciuti … che hanno abitato le incubatrici della TIN del Maria Vittoria negli Anni 90.

Con questi giovani, numerosi bimbi ex prematuri e i loro genitori, medici e infermieri della TIN del Maria Vittoria, insieme a volontari dell’Associazione “le Coccole di Mamma Irene”, oggi festeggiano la loro Giornata Mondiale del Prematuro dalle 15.30 alle 18 nei locali dell’Asilo Verna di Via Musinè 8.

“L’obiettivo di questa manifestazione è quello di sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica sul tema della prematurità e delle patologie gravi del neonato, per dar voce anche ai genitori e alle famiglie che vivono periodi più o meno lunghi di angoscia, di incertezza e di sofferenza insieme ai loro bambini all’interno delle Terapie Intensive Neonatali – spiega la Dott.ssa Patrizia Savant Levet, Direttore della TIN Ospedale Maria Vittoria – nel mondo infatti un bambino su dieci nasce prematuro, cioè prima delle 37 settimane di gravidanza, e l’1% ha un peso inferiore ai 1500 grammi”.

Alcuni dei neonati prematuri della fine degli Anni 90 hanno accolto con entusiasmo l’idea di celebrare la loro festa insieme ad altri bambini più piccoli, che sono stati prematuri come loro, e nei loro commenti oggi si ritrova l’energia e l’entusiasmo per la vita, quella forza che aiuta ad affrontare il lavoro quotidiano che spesso è fatto di fatica e di resistenza, non solo per i genitori, ma anche per gli operatori.

I gemelli Carlotta e Giulio (allora definiti dei giganti per il loro peso di circa 1300 grammi) oggi fanno lei il terzo anno al Politecnico e lui il rapper: “Un neonato prematuro è semplicemente avanti già dalla nascita – dice Giulio – quello che mi colpisce e per cui mi sento fortunato è che nonostante fossimo così piccoli avevamo già tutto al proprio posto e funzionante … per consentirci di sopravvivere a questa falsa partenza”.

Ludovica (nata di 29 settimane e 1100 grammi di peso) e Paolo (27 settimane e 700 grammi) oggi frequentano il primo anno di Università, rispettivamente Scienze Politiche e Chimica: “La nascita prematura in casa è ormai la nostra scusa/spiegazione a qualsiasi originalità e stranezza, naturalmente per scherzo” dice Paolo; “Non ho ricordi, ma i video che papà portava ai miei fratelli di me minuscola in braccio alla mamma, mi fanno sentire fortunata, grata e amata”… conclude Ludovica.

Ginevra, 16 anni, è nata di poco più di 700 grammi e oggi frequenta il liceo mentre Enrica, 23 anni, nata alla 32a settimana, di 1500 grammi e con una grave malattia polmonare, oggi frequenta il quinto anno della Facoltà di Farmacia e commenta: “Spesso mi è capitato di guardare le mie foto da neonata prematura che i miei genitori hanno conservato e mi sono sempre emozionata e ancora mi emoziono pensando che oltre al dono della vita ho avuto anche quello della sopravvivenza . Di questo non sarò mai abbastanza grata al personale medico e infermieristico che mi ha curata ed accudita con grande professionalità e, nello stesso temp , con grande affetto. Con il loro sostegno unito all’amore dei miei genitori ho potuto superare il momento critico e questo senz’altro mi ha aiutata a maturare facendomi diventare più forte per affrontare le difficoltà della vita quotidiana”.

“Gli Anni 90 erano gli anni in cui l’avvento della profilassi cortisonica alla madre con minaccia di parto prematuro e la somministrazione al neonato del ‘Surfactante’ attraverso il tubo tracheale avevano permesso di vivere a neonati che precedentemente sarebbero sopravvissuti solo eccezionalmente e di migliorare la prognosi anche per pretermine di età gestazionali molto basse – ricorda la Dott.ssa Savant Levet – molti progressi sono stati fatti negli anni nella cura dei neonati gravemente prematuri, grazie anche ad un miglioramento nelle tecnologie e strumentazioni utilizzate e, negli ultimi anni, alla tendenza nelle Terapie Intensive a coinvolgere sempre maggiormente i genitori nella cura del loro bambini, con le TIN aperte 24 ore su 24, favorendo il contatto prolungato fra il neonato, la mamma e il papà, mediante la marsupio terapia e le tecniche assistenziali di “neonatal-care”, che si sono dimostrate fondamentali nel garantire un miglior adattamento del neonato alla nascita prematura ed un miglior sviluppo neuro-comportamentale futuro”.

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