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Cuneo

Manu Chao, “Grazie” ad Alba per Collisioni Festival

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C’è poco da fare, ogni volta che i miei occhi e le mie orecchie incrociano José Manuel Arturo Tomás Chao Ortega, al secolo quel bandito di Manu Chao, la sensazione è sempre la stessa, mi sale un moto di gioia mista ad un senso di libertà.

Nessuno più di lui incarna lo spirito della World Music, se mai si è potuta veramente definire, proprio perché lui è un artista senza confini. Nato a Parigi nel 1961, da genitori spagnoli fuggiti dalla loro patria e soprattutto dalla dittatura di Francisco Franco, diventa celebre come frontman di una band leggendaria, i Mano Negra, diventata famosissima a livello internazionale grazie all’energia del suo patchanka punk, una sapiente miscela di rock, ska, punk, reggae, e rap. Leggendari i live della Mano Negra, con un un giovane Manuel, istrione e bandito al tempo stesso, capace di catalizzare l’attenzione di milioni di spettatori e i creare con il pubblico una connessione indelebile, che lo porta ancora in giro all’età di sessant’anni a cantare di libertà, fratellanza e uguaglianza.

Viene sempre voglia di credergli, nella sua semplicità, nel suo sguardo tagliente da vecchio guerrigliero della vita e dei palchi, nel suo modo di instaurare un rapporto vero e diretto con il pubblico, senza sovrastrutture di mezzo. E anche questa volta è andata così, gli vogliamo bene, come ad un caro amico che incontriamo solo qualche volta, ma che appena ricompare, ci riporta alla mente tutti quei ricordi, sopiti ma mai spenti.

Ha qualche anno in più Manu, ma sempre lo stesso spirito ribelle e non stupisce, quindi, che abbia deciso di portare il suo mini tour italiano, El Chapulin Solo, Manu Chao in versione acustica, accompagnato dal percussionista Mauro Mancebo, anche ad Alba per un concerto di pace pensato per ringraziare chi ha lavorato nei giorni difficili della pandemia, dove Collisioni Festival è riuscita ad organizzare, nonostante le difficoltà degli eventi in questo periodo, il progetto speciale “Grazie”, ovvero un concerto pensato come un messaggio di speranza, per ringraziare tutti quelli che hanno si sono battuti contro il Covid in prima linea: medici, infermieri, protezione civile, i volontari, ma anche gli autisti, i farmacisti, x, e tutti i membri delle forze dell’ordine,

Quasi due ore di musica, per un artista dal repertorio infinito e da un numero di live impressionante, ha trovato spazio, soprattutto sul finale per i suoi grandi classici, da “Me gustas tu” a “Bongo Bong” fino a “Clandestino” e “Je ne t’aime plus”, in una sorta di medley finale che particolarmente ha emozionato il pubblico, che aveva esaurito in poco tempo tutti i posti messi a disposizione dall’organizzazione in Piazza Cagnasso ad Alba.

Una bella serata, per un’estate complicata per gli eventi live, ma anche un grido di speranza, quello che Manu ha lanciato dal palco di Alba, di poter finalmente ricominciare a vivere con più serenità, tutti insieme.

Foto e report Paolo Pavan/QP

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