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Nelle università del Piemonte crescono le immatricolazioni

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Gli Atenei piemontesi hanno retto bene l’onda d’urto della pandemia: rispetto al 2019, nell’anno accademico 2020-2021 l’Università degli Studi di Torino e quella del Piemonte orientale hanno registrato una crescita delle immatricolazioni rispettivamente dello 0,5 e del 3,5 per cento, mentre è costante il dato dei nuovi immatricolati del Politecnico di Torino. Solo l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo ha subito un calo, con oltre il 22 per cento in meno di nuove iscrizioni, un dato che deriva dalla specificità dell’offerta formativa e dall’alto numero di immatricolati internazionali (30%) e da fuori regione (44%).

I laureati in Piemonte che trovano occupazione all’estero è di circa il 6-7 per cento: sono prevalentemente studenti in ingegneria e in materie economico-statistiche, che cercano condizioni migliori di lavoro e redditi più elevati rispetto a quelli offerti dal mercato italiano: dopo un anno, un laureato in Piemonte percepisce 1500 euro di stipendio mensile, mentre il reddito medio all’estero è di 1950 euro.

I dati sono frutto della ricerca condotta dall’Osservatorio regionale per l’Università e il Diritto allo studio universitario di Ires Piemonte “Covid 19: quale impatto sulle immatricolazioni negli atenei del Piemonte?”, presentata in una congiunta della sesta Commissione con il Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, presieduta da Paolo Bongioanni e Alberto Avetta. Un’analisi che chiarisce gli effetti dell’emergenza sanitaria sulle scelte di mobilità degli studenti per il timore del contagio e sulla scelta di iscriversi all’università a causa della crisi.

In Piemonte la popolazione studentesca universitaria è di 136 mila iscritti, con un terzo dei 21 mila nuovi immatricolati che proviene da fuori regione e una ricaduta economica diretta sul territorio di 780 milioni di euro l’anno.
Dalla ricerca è emerso che gli atenei piemontesi hanno risposto positivamente all’impatto della pandemia grazie ad un aumento degli immatricolati provenienti dalla Lombardia e da altre regioni del Centro-Nord, degli studenti internazionali e dei maggiori posti messi a concorso per i corsi di ambito medico. Di contro, si è registrata una flessione in tutti gli atenei degli immatricolati residenti in Piemonte: un dato non ancora definitivo, ma che potrebbe essere correlato alla crisi economica.

Il presidente Paolo Bongioanni, le consigliere del M5s Sarah Disabato e Francesca Frediani e il consigliere di Luv Marco Grimaldi hanno posto una serie di domande sul calo di iscrizioni a Scienze gastronomiche, sull’impatto della didattica a distanza (dad) e sui profili di laureati piemontesi più richiesti all’estero.
Con la pandemia la percezione della dad è cambiata – hanno precisato le ricercatrici Ires -, è un nuova opportunità per gli atenei italiani nell’intercettare immatricolati nella popolazione lavoratrice, sia tra gli adulti sia tra gli studenti degli istituti tecnico professionali che generalmente si fermano al diploma; ma anche come incentivo alle iscrizioni internazionali.

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