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Cultura

Un anno senza spettacolo, il 23 febbraio lavoratori della cultura in piazza

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23 febbraio 2020 – 23 febbraio 2021: un anno esatto dal blocco totale del mondo dello spettacolo. Per centinaia di migliaia di lavoratori del settore, un anno di profonda precarietà, disoccupazione, assenza totale di prospettive. Tante lavoratrici e tanti lavoratori stanno sopravvivendo a stento con l’elargizione di quelle misure tampone – completamente insufficienti – adottate dal Governo; mentre molti altri rimangono a mani vuote perché ancora incagliati nelle maglie della burocrazia che non ha tuttavia sciolto i nodi legati al respingimento di legittime richieste.

Per questo il 23 febbraio i lavoratori dello spettacolo scenderanno in piazza nelle città italiane con richieste precise:

“Chiederemo a gran voce la presa in carico da parte delle istituzioni competenti delle seguenti urgenti e necessarie richieste:

– sblocco immediato e conseguente erogazione dei ristori rimasti in sospeso (DL ristori 5) durante queste settimane di instabilità governativa;
– tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali;
– attuazione di una ormai necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori;
– progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore;
– concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese.”

È evidente che la strada dei bonus una tantum non è quella giusta: servono misure di reddito e sostegno strutturalie universali per affrontare una crisi di tale portata. Ricordiamo ancora una volta che lo spettacolo e la cultura, frai settori più colpiti, contano centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno bisogno di tutele concreteladdove l’orizzonte di una vaga stabilità non accenna a rivelarsi.Ad oggi, i Tavoli di confronto con le Istituzioni non sono stati riconvocati, i luoghi dello spettacolo dal vivo restanochiusi e noi siamo giunti al limite. Alla crisi sanitaria si aggiunge poi l’attuale crisi di governo, grazie alla qualeanche gli scarsi fondi destinati ai futuri decreti Ristori rischiano di scomparire o, nella migliore delle ipotesi, diessere ulteriormente ritardati. Fino ad oggi ogni Governo che si è succeduto ha operato per la soddisfazione degli interessi dei grandi enti, dellegrandi imprese e delle fondazioni.È giunto il tempo di invertire la tendenza: lo Stato deve agire a tutela dilavoratrici e lavoratori. La sopravvivenza e la dignità di centinaia di migliaia di persone non possono dipenderedalle intemperanze del potere politico.In questo anno non abbiamo mai smesso di lottare per misure di reddito e di sostegno strutturali, per una totale riformadel nostro settore, per la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E non abbiamo alcuna intenzione di fermarci.

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