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Lettera del Comitato Priorità alla Scuola Piemonte al presidente Cirio sull’ipotesi di chiusura delle scuole

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Interno di un'aula scolastica

“Se la situazione epidemiologica è da zona rossa lo deve essere per tutto e non solo per la scuola. Si ritiene altresì che le chiusure debbano essere chirurgiche e debbano durare il tempo assolutamente indispensabile al raffreddamento della curva, per consentire di non compromettere la salute psicofisica e il futuro dei nostri giovani”. E’ quanto si legge in una lettera del Comitato Priorità alla Scuola Piemonte indirizzata al presidente della Regione, Alberto Cirio.

Di seguito il testo completo della missiva:

Gent.mi,

alla luce delle allarmanti nuove indicazioni del nuovo DPCM, che rimette nelle mani dei governatori regionali la valutazione delle chiusure delle scuole nelle zone gialle ed arancioni in base ad alcuni specifici parametri epidemiologici, vorremmo capire quale è la situazione della nostra regione ed in particolare:

si chiede di conoscere i dati relativi a:

– esiti dello screening seconde e terze medie e monitoraggio dello stesso.

– % dei positivi riscontrati nelle scuole del primo ciclo nel mese di febbraio; % di positività della popolazione scolastica rispetto al resto della popolazione (in rapporto ai casi testati);

– medesime % riferite al picco di novembre che ci portò in zona rossa e che causò la chiusura delle scuole dalla seconda media.;

– % del personale scolastico vaccinato e tempistiche stimate per la conclusione della vaccinazione del personale che ne ha fatto richiesta e altresì la % percentuale del personale che ne ha fatto richiesta.

Chiediamo inoltre, al fine di poter abbassare in maniera più rapida i contagi, che se si deciderà per misure restrittive sulle scuole, anche alla luce dei parametri indicati dal DPCM, lo stesso si faccia per tutte le attività produttive considerate non essenziali, per non vanificare i sacrifici fatti soprattutto dai giovani in questi ultimi due anni scolastici, a molti dei quali è stata negata la possibilità di andare a scuola anche nei periodi in cui le indicazioni nazionali erano diverse (si veda la chiusura delle seconde e terze medie in zona arancione e gialla a dicembre adottata da codesta Regione). Se la situazione epidemiologica è da zona rossa lo deve essere per tutto e non solo per la scuola.

Si ritiene altresì che le chiusure debbano essere chirurgiche e debbano durare il tempo assolutamente indispensabile al raffreddamento della curva, per consentire di non compromettere la salute psicofisica e il futuro dei nostri giovani.

Si chiede anche di recuperare almeno parzialmente le settimane di scuola perse, attraverso una rimodulazione del calendario scolastico regionale, sfruttando i periodi di minore recrudescenza della pandemia, durante il periodo estivo.

Nella speranza che il diritto all’istruzione e alla salute psicofisica non venga per l’ennesima volta calpestato, restiamo in attesa di notizie confortanti.

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