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Covid in Piemonte, Icardi: “Consentire ai medici di famiglia di utilizzare tutti i vaccini”

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“Stiamo lavorando per consentire ai medici di famiglia piemontesi che vaccinano nei loro studi, circa un migliaio, di poter utilizzare, oltre ad AstraZeneca e Johnson&Johnson, anche Pfizer e Moderna. Verrebbero così risolti i problemi di approvvigionamento che stanno ritardando la somministrazione dei vaccini dai medici di famiglia”. Lo ha comunicato oggi in Consiglio regionale l’assessore Luigi Icardi, rispondendo a un question time di Domenico Rossi (Pd) sulle difficoltà a essere vaccinati riscontrate in molti studi dei medici di famiglia.

“I medici di famiglia che hanno scelto di vaccinare nei propri studi hanno potuto somministrare AstraZeneca e J&J”, ha spiegato Rossi, “ma da diversi territori emergono criticità nella distribuzione dei vaccini agli studi, che non ricevono le dosi necessarie alla vaccinazione degli assistiti. Come intende risolvere questa situazione?”, ha chiesto il consigliere Pd a Icardi.

“Abbiamo piena consapevolezza del problema”,ha risposto Icardi, “Le modalità  diverse della catena del freddo nella conservazione dei vaccini ci ha portato a fornire ai medici di famiglia solo quelli più gestibili: AstraZeneca, che però va somministrato agli over 60 che sono in esaurimento, e Johnson&Johnson, che diamo a loro in via prioritaria, ma le cui dosi forniteci sono insufficienti”.

Dall’Ema e dall’Aifa stanno però per arrivare nuove disposizioni nella conservazione di Pfizer e Moderna. “Le modifiche nella catena del freddo che stanno per decidere renderebbero più semplice la distribuzione di quei vaccini ai medici di famiglia”, ha aggiunto Icardi. “Avremmo così la stessa possibilità di vaccinare nei nostri hub e dai medici di famiglia, risolvendo il problema. Oggi incontrerò Federfama, domani i medici di famiglia, proprio allo scopo di trovare una soluzione. Il problema più cogente, comunque, è che noi stiamo somministrando il 95% delle dosi che riceviamo, e potremmo fare il doppio delle vaccinazioni giornaliere se raddoppiasse il numero di dosi fornito alle regioni”.

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