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Cronaca

Bimbo di 2 mesi morto tra le braccai dei genitori nel cuneese

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Tragedia all’alba di ieri, domenica 10 aprile, a Lisio, in provincia di Cuneo: un bimbo di 2 mesi, per cause ancora da accertare, è morto tra le braccia dei suoi genitori. Secondo le prime informazioni sembrerebbe che la causa del decesso del piccolo sia legata al cervello.

Giunti sul posto gli uomini del 118 hanno trasportato il bimbo invano all’ospedale di  Mondovì: per lui infatti  non c’era più nulla da fare.

La procura di Cuneo ha disposto l’autopsia per capire se si sia trattato di una “morte in culla” o di altro.

Cos’è la morte in culla

Spiega la Regione Piemonte: La SIDS è la morte improvvisa e inaspettata di un bambino di età inferiore a 12 mesi che si verifica durante il sonno e che resta priva di spiegazione

Si tratta di evento tragico, epilogo inaspettato di un fenomeno ancora in parte sconosciuto che  insorge improvvisamente in un bambino sano. Secondo i racconti di molti genitori, le vittime si erano addormentate poche ore o pochi minuti prima del decesso, in una situazione di benessere e senza che nulla facesse presagire un simile evento.

Il fenomeno è caratterizzato da:

  • incidenza prevalente nel primo anno di vita
    la maggior parte degli eventi si verificano entro i primi 6 mesi di età con un piccodi incidenza tra i 2 e i 4 mesi. A questo periodo della vita corrisponde infatti, come possibile conseguenza dei rapidi processi maturativi in corso, una particolare instabilità dei meccanismi deputati al controllo delle principali funzioni vitali dell’organismo: l’attività cardiaca e respiratoria
  • maggiore incidenza nel sesso maschile, con un rischio superiore del 30% – 50% rispetto a quello femminile
  • la morte sopraggiunge verosimilmente nel sonno nell’86% dei casi e è per questo motivo che la SIDS rientra nella classificazione internazionale dei disturbi del sonno che sono di pertinenza della medicina del sonno

In base alle più recenti evidenze, si verifica per l’azione di più fattori estrinseci ma in grado di indurre l’asfissia in un bambino particolarmente vulnerabile durante una fase particolarmente critica dello sviluppo caratterizzata da un’immaturità dei principali meccanismi di difesa.

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